GENOVA -"Dobbiamo andare alla Esselunga...". I tre ragazzi senza ombrello bagnati come pulcini che si riparano dall'acqua sotto l'esile tenda del chiosco bar di Punta Vagno sono le uniche persone che si aggirano per una corso Italia vuota in versione allerta medio gialla.
Sono le 18 ed è già buio e sulla promenade nonostante il sabato da movida sembrano le tre della notte. L'ennesima allerta meteo per temporali svuota la città affacciata sui rimasugli della mareggiata che appena ieri sugli scogli dei giardini ha travolto e quasi ucciso un uomo evidentemente con problemi seri: ai poliziotti che lo avevano raggiunto per chiedergli di allontanarsi dalle onde minacciose avrebbe risposto che "devo allenarmi e tirare su un tronco". Il tempo di dire queste parole e un'ondata l'ha ghermito e schiantato sugli scogli dopo averlo sollevato da terra per 30 centimetri: ora lotta per la vita all'ospedale San Martino
Piove di una pioggia fine fine che ti arriva di traverso e ti bagna anche con l'ombrello. Il nostro viaggio in diretta per raccontare la notte di allerta, gialla nel Genovesato, arancione dal Tigullio e sino allo Spezzino, comincia qui.
Non ci sono grandi emergenze mentre lo stadio di Marassi si sta svuotando dei tifosi della Samp "costretti" a muoversi in allerta e che si consolano con la vittoria non scontata e di rigore della loro squadra sul Palermo.
Un po' di traffico ci accompagna da via Cavallotti e sino a Sturla, poi le strade del levante della città sono deserte: alle 18.46 ci fermiamo in via Murcarolo, fra Quinto e Nervi, in quel tratto di Aurelia che ad ogni mareggiata diventa un pericolo come tutti i luoghi più belli che sembrano pagare l'onere di essere affacciati sul mare.
Da Pier, il ristorante che ha pagato il conto più duro, è chiuso, spento. Le onde rimbombano dal mare, ma lì rimangono. Luca Oberti, il titolare del ristorante nel pomeriggio ci aveva detto al telefono che dopo una giornata di lavori per tamponare le ferite al locale di sera non poteva essere a raccontare in diretta il suo dramma, parole secche di chi non ha più voglia di parlare. Non abbiamo insistito.
Parla invece il cartolaio Sergio Magioncalda, che di danni ne ha subito pochi, alla sua prima mareggiata che visto che è a Murcarolo da poco più di un anno. Dentro ci sono un paio di clienti che alla vista delle telecamere raccontano il dramma di chi abita a Murcarolo, perchè, come cantava Pino Daniele, "chi tene 'o mare 'ossaje porta 'na croce". La mareggiata ha scavalcato la strada e ha infranto anche una finestra di un'abitazione.
Anche nella cartoleria di Magioncalda il mare è entrato dalle finestre, del retro: lui ci mostra i video di quando l'acqua ha fatto irruzione e ha bagnato la merce, che poi ha dovuto buttare, perlopiù fogli di carta a quadretti e a righe e da disegno, e poi in diretta racconta nei dettagli la sua giornata di paura. Sorride, nonostante tutto, e dopo il collegamento la domanda che quasi tutti pongono, "posso avere il link del video per rivedermi?".
L'altra testimonianza che raccogliamo a Murcarolo è di Cristiano Valle, titolare della gelateria Gaggero, punto di ritrovo della movida del levante ferito dalle onde che hanno spaccato le vetrate del laboratorio. Come racconta in diretta il titolare che rimarca come cambiano i gusti dei clienti in autunno, "meno frutta e più semifreddi" e alla nostra proposta se ha pensato di fare un gelato dedicato alla mareggiata appare possibilista, "dovremmo farlo salato..." buttà lì, poi ci offre due coni, semifreddi naturalmente.
Il viaggio con il cameraman Roberto Gnecco prosegue sulle tracce degli altri punti maltrattati dalla mareggiata: siccome sulla passeggiata di Nervi il giorno prima lo stesso Roberto con Silvia Isola sono stati sorpresi da un'onda anomala ora c'è l'imperativo di non mettere a rischio altra attrezzatura. Prudenza insomma.
Alle 19.30 si risale sul furgone con su scritto Primocanale sotto una pioggia che a tratti aumenta e a tratti smette. Le strade rimangono quasi vuote, ci dirigiamo verso Bogliasco, altro comune maltrattato dalle onde e ora sull'allerta.
Incontriamo il sindaco (e parlamentare) "spalatore" Luca Pastorino, che ha passato alcune ore a pulire le strade insieme ad altri volontari e gli operai e ora si sente fisicamente a pezzi. Con lui c'è anche il guascone Juanito Sanfilippo, titolare del Chiringuito, uno stabilimento balneare alternativo con annesso ristorante. Le onde hanno spazzato via la struttura dei bagni. Juanito la prende con un sorriso e in diretta parla anche della sua Samp che lui ha appena visto battere il Palermo, "uno spiraglio di luce dopo tante nuvole". Pastorino invece racconta dei danni subiti dal paese e dell'importanza della diga soffolta, che ha protetto le spiagge, e poi in un ideale derby calcistico con sfottò con Juanito alla domanda sulla partita che vedrà il Genoa giocare con il Cagliari si fa serio, "sarà dura".
Sono le 20.26 quando sotto la pioggia ora più insistente ripartiamo verso la riviera di levante, passato il passaggio a livello di Mulinetti, rieccoci sull'Aurelia, direzione Camogli, altra perla della riviera squassata dalla mareggiata.
Lì le le onde hanno distrutto il ristorante sulla spiaggia Golfo Paradiso crollato come un castello di carte. Un'immagine, un video, che hanno fatto il giro del mondo.
I titolari del ristorante che non c'è più a quest'ora dopo una giornata di lavoro per smaltire i resti del locale ora sono lontani, come ci aveva annunciato ore al telefono prima Pina Macrì, la moglie di Carlo Farfarello, storico titolare del ristorante, "all'ora del vostro arrivo saremo nel nostra casa a Tribogna". La donna racconta però di quanto sarà difficile rialzarsi, "c'è rimasta solo la cucina e un tavolino e abbiamo lo spauracchio della revoca della concessione dettata dalla direttiva Bolkestain. Come faremo a sobbarcarci una spesa importante con tanti punti interrogativi?".
Alle 21 e 37 a raccontare il dramma del borgo, bello anche al buio e sotto una pioggia incessante, sono le immagini: i resti del Golfo Paradiso sono ancora accatastati sulla spiaggia e sulla passeggiata per questo interdetta ai pedoni con innaturali transenne e nastri che delimitano il passaggio.
Fra le poche persone in giro c'è una famiglia tedesca in vacanza, genitori e due figli adolescenti, che guardano curiosi il fascio di luce del faretto del cameraman che illumina il buio per riprendere i resti del ristorante.
I pochi ristoranti aperti sono quasi tutti abbastanza pieni di clienti, nonostante la stagione e l'allerta meteo.
Ristoratori che, pur se subito restii a farlo, alla fine accettano di ricostruire in diretta il dramma del crollo del Golfo Paradiso.
Parla Franco Podestà, del Primula Boccondivino, sestrese, che il Golfo Paradiso ce l'aveva di fronte e lo ha visto cadere, e Armando Sisto del Al Molo 16, genovese di origini toscane, che invece non ha visto il crollo e le impetuose onde della mareggiata le ha viste arrivare dalle spalle, quando hanno scavalcato il Molo, "ma qui a Camogli siamo abituati a convivere con le mareggiate" chiosa da lupo di mare di fronte alla biondissima compagna che riprende divertita con il cellulare il collegamento in diretta. Sisto poi avverte: "Ora è prevista una nuova mareggiata che potrebbe essere ancora più disastrosa, perché a proteggere Camogli non c'è più la spiaggia già erosa dalle onde".
Non c'è verso invece di fare parlare il vero lupo di mare, Checco, Francesco, il barcaiolo di Camogli, che mugugna e racconta con la sua cocina a telecamere spente, ma che alla richiesta di farlo in diretta si squaglia, sparisce. Ligure vero.
Riccardo Braghieri, titolare del Cucù, uomo di mondo con origini emiliane spiaggiato con la sua tribù non per caso nel borgo, parlerebbe sino a domani davanti alle telecamere, perché di cose da raccontare ne ha sempre e quasi mai banali, e non solo del suo Genoa, ma si tira indietro perchè il suo locale, anche questa sera pieno di clienti, è nel centro del paese e lontano dalla passeggiata a mare, "cosa potrei dire io di quello che è successo sul lungomare?".
Intanto dalla redazione di News28 i conduttori e gli altri colleghi della redazione che si sono alternati nella lunga diretta, fra collegamenti che si interrompono e telefonate e video inviati dagli spettatori, fanno sapere che la trasmissione chiuderà in anticipo perchè non ci sono emergenze in atto neppure dal Tigullio (dove l'Entella più tardi arriverà ai livelli di guardia) e sino alla Spezia, dove al lavoro c'è Aurora Bottino e dal ponente genovese dove l'inviato è Franco Nativo.
Alle 22.44 facciamo un ultimo collegamento sotto una pioggia battente dal lungomare di Camogli per ricostruire la lunga serata e poi umidi risaliamo in auto, stavolta in direzione Genova.