GENOVA -Dopo due settimane di stop riparte oggi alle 10 il processo per la tragedia di ponte Morandi costata la vita a 43 persone e per cui sono imputate 58 persone.
Dopo il più lungo interrogatorio finora avvenuto in aula al progettista Spea Emanuele De Angelis, che alla fine ha pianto dallo stress, il processo riparte con l'interrogatorio di Pierluigi Ceseri, amministratore delegato per due anni e direttore generale di Aspi degli anni '90, e Mario Bergamo, direttore centrale maintenance e investimenti esercizio Aspi dal 8.5.2015 al 3.4.2016, e a cui succederà poi Michele Donferri Mitelli.
Si sale di livello nelle gerarchie dell'azienda che si ritiene essere la principale responsabile della tragedia che si sarebbe potuta evitare svolgendo la manutenzione delle due pile crollate, un progetto di messa in sicurezza, il retrofitting, di cui si è parlato per 25 anni ma che sarebbe dovuto partire nell'autunno del 2018, troppo tardi per evitare il collasso del viadotto.
Per quanto riguarda i prossimi imputati che saranno interrogati da registrare il ripensamento dell'ex direttore generale di Autostrade per l'Italia Riccardo Mollo che ha revocato la sua disponibilità al confronto diretto con magistrati e giudici.
Ancora incerti invece i due big più attesi: l'ex amministratore delegato Castellucci e il numero tre di Aspi Donferri che però dopo i lunghi e durissimi primi a cui sono stati sottoposti altri imputati starebbero per fare marcia indietro.
Questa è anche la settimana che vedrà partire il processo Morandi bis: giovedì 9 novembre davanti al giudice Lippini ci sarà l’udienza preliminare per 47 persone indagate per i falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere antirumore pericolose, il crollo della galleria Bertè in A26 (30 dicembre 2019) e il mancato rispetto delle norme europee per la sicurezza nei tunnel.
Per dodici di loro la procura ha proposto il patteggiamento e l’eventuale decisione verrà comunicata dagli avvocati durante l’udienza. Le accuse, a vario titolo, sono falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo colposo. Archiviato invece il reato di omissione di atti d’ufficio.
Il giudice dovrà anche decidere quali parti civili accettare nel processo: fra i soggetti che proveranno ad esserci anche qui c'è il Comitato familiari vittime del Morandi, che però a differenza del processo principale si costituirà solo per i fatti dopo il novembre 2018, data di nascita del comitato.
Fra gli indagati del Morandi bis ci saranno l’ex Ad di Aspi Giovanni Castellucci, gli ex numeri due e tre di Autostrade per l’Italia Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli e Stefano Marigliani, ex direttore di tronco, tutti imputati al processo sul crollo del viadotto Morandi.
Secondo gli investigatori della guardia di finanza coordinati dai pm Stefano Puppo e Walter Cotugno, i tecnici di Spea addolcivano i rapporti sullo stato dei ponti per evitare i lavori. Scoperto, inoltre, che le barriere fonoassorbenti montate su alcuni tratti autostradali erano difettose e si erano staccate causando problemi agli automobilisti. Uno degli indagati aveva anche detto al telefono che erano “attaccate con il Vinavil”.
Gli indagati dovranno spiegare anche il crollo del 30 dicembre 2019 quando cedette parte della volta della galleria Bertè, in A26. A precipitare fra le auto quasi due tonnellate di cemento. Anche in questo caso per la procura i controlli non venivano fatti in maniera adeguata. Le due società Aspi e Spea sono uscite dall’inchiesta dopo avere patteggiato per questo filone circa un milione.