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Cronaca

Tommaso Milanese, che ha il balcone sopra le macerie, ricorda: "Sembrava un terremoto, quando io e mia moglia ci siamo affacciati al posto del muraglione non c'era più nulla...".
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di Michele Varì
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GENOVA -"Abbiamo sentito un boato, pensavamo a un terremoto, ma quando io e mia moglie ci siamo affacciati al posto del muraglione e del parcheggio non c'era più nulla...".


A parlare è Tommaso Milanese, giornalista, uno degli abitanti di via Acquarone, a Castelletto, che insieme alla compagna si è visto arrivare quasi in casa il parcheggio crollato dalla soprastante via Cabrini.

Il suo poggiolo è stato sfiorato dallo smottamento e così stamane si è risvegliato con la vista sul baratro che ha inghiottito il posteggio e due auto. Una tragedia sfiorata.

A rimetterci più di tutti sono state dodici famiglie abitanti nei primi due piani dei tre palazzi costrette a lasciare i loro appartamenti. In tutto gli sfollati sono 40, otto dei quali sono stati ospitati in alberghi dal Comune. Impossibile per ora ipotizzare quando potranno tornare nelle loro case. Tutti gli inquilini invece sono ancora senza gas perché dopo l'esplosione di una calderina i tecnici hanno bloccato l'erogazione.

Il crollo è avvenuto alle tre del pomeriggio, apparentemente senza preavvisi. Uno smottamento, però, per alcuni abitanti quasi preannunciato da oltre dodici, forse quindici lunghi anni quando al posto del boschetto che separava via Cabrini a via Acquarone si è deciso di costruire il parcheggio per una manciata di auto.


Come ha raccontato Roberto De Micheli, abitante che più di altri ricorda quegli anni, quando al posto del parcheggio c'era una striscia di verde, un mezzo boschetto, come lo chiama lui. "Noi inquilini abbiamo provato a fermare quei lavori, ma l'impresa aveva tutte le autorizzazioni e alla fine il boschetto è sparito e sono stati costruiti sette parcheggi, poi tante controversie con gli inquilini di sopra sulla manutenzione, che noi abbiamo sempre effettuato, purtroppo non sono servite visto che alla fine il muro è venuto giù...".

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