GENOVA - Continua l'interrogatorio dell'ex manager e numero tre di Autostrade per l'Italia Michele Donferri Mitelli.
Dopo il suo arrivo ieri mattina, nella tensostruttura continuano le domande del pubblico ministero Marco Airoldi. Ancora al centro documenti, comunicazioni e telefonate. Secondo l'accusa Donferri sarebbe molto alto nella lista dei colpevoli del crollo della pila nove del ponte Morandi avvenuta il 14 agosto del 2018.
Quarantatré le vittime, cinquantotto gli imputati tra cui i vertici di Aspi, di cui l'architetto è stato l'unico ad aver deciso di presentarsi in aula e farsi interrogare. Inizialmente, l'ex amministratore delegato della concessionaria aveva dichiarato che avrebbe parlato al banco degli imputati per "contribuire alla verità", ma così non sembra che sarà.
Possibile anche l'interrogazione in aula dell'ingegnere Gabriele Camomilla, che dall'86 al 2004 è stato direttore centrale delle Manutenzioni per Autostrade.
Focus ancora sulle mail inviate da Donferri, dove "sollecitavo l'approvazione del progetto di retrofitting così da fare la gara". Siamo nel 2017, periodo in cui anche il progetto della Gronda era presente e aspettava parola del Ministero.
"La Gronda è importante in tutta la vicenda del viadotto Polcevera" dice Donferri. A ottobre del 2018 l'atto formale del progetto di retrofitting viene inviato ai vertici di Aspi, ad accompagnare la scheda investimento (un anticipo dell'iniziativa). Donferri non aveva visto il progetto esecutivo, "avevo letto la relazione generale e quella sugli stralli".
Si apre anche la pagina sul "catalogo dei rischi", documento creato fin dal 2005, i cosiddetti rischi catastrofali, vale a dire tutti quei "rischi con impatto elevatissimo ma probabilità molto bassa di verificarsi", dove il ponte Morandi era stato fatto inserire da Fulvio Di Taddeo, altro imputato, con 'nome e cognome'.
Donferri, colui che ha approvato il catalogo del 2016 in quanto risk owner, ha spiegato di aver incontrato due volte in quell'anno l'esperta in rischi di Autostrade per l'Italia Flavia Corcos, che avrebbe fatto al manager un 'quadro generale' del catalogo dei rischi. Donferri "non si ricorda che cosa ha firmato", dice incalzato dal pm Airoldi.
"Io ero però appena ritornato in Autostrade e non mi occupavo di quello. Sul documento ci sono infatti tre righe che spiegano questo".
(Notizia in aggiornamento)