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Cronaca

Diallo Seydou era stato avvicinato da una unità di strada insieme a dei volontari Caritas che lo avevano segnalato allo Sportello di Accoglienza Caritas ospitato presso il Centro Banchi a causa delle sue condizioni di salute
1 minuto e 58 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - È morto in strada a Genova nella notte tra il 4 e 5 dicembre un uomo senegalese di 72 anni. Diallo Seydou era stato avvicinato da una unità di strada insieme a dei volontari Caritas che lo avevano segnalato allo Sportello di Accoglienza Caritas ospitato presso il Centro Banchi a causa delle sue condizioni di salute. Condizioni di fragilità che lo avevano portato a trovare soccorso, ad aprile scorso, presso il Massoero e, tra maggio e agosto, presso altre strutture gestite da Fondazione Auxilium, da cui era uscito dopo il periodo di 30 giorni previsto per l'accoglienza presso gli enti aderenti al Patto di sussidiarietà con il Comune di Genova per le persone senza dimora ed estreme povertà.

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"Nella mattina di mercoledì - riferisce Monica Boccardo, responsabile dello Sportello di Accoglienza Caritas - i nostri volontari si sono recati nuovamente sul posto per soccorrere Diallo, accompagnarlo al nostro Sportello, dargli ristoro e avviare una interlocuzione con la rete degli enti pubblici e del privato sociale per cercare di reperire un posto letto di emergenza. Purtroppo Diallo non c’era più. Abbiamo iniziato una ricerca che in giornata ci ha portato ad apprendere della sua morte, su una panchina, con tutta probabilità dovuta alle sue condizioni di salute e al freddo intenso di quella notte".

"Malgrado diverse accoglienze notturne straordinarie messe in atto dal lavoro di rete tra Comune, Terzo settore, Chiesa - commenta Giuseppe Armas, direttore della Caritas Diocesana di Genova - la disponibilità di posti letto è ancora insufficiente mentre la domanda aumenta, specie in questi giorni di freddo troppo intenso che porta un numero crescente di persone a riempire ogni mattina lo Sportello Caritas per riscaldarsi. Il lavoro di rete tra tutti i soggetti coinvolti è concreto e anche la storia dei mesi scorsi di Diallo ce lo ricorda. Eppure c’è anche la certezza che bisogna fare di più, specie per unire sempre meglio l'approccio sociale e quello sanitario nel prendersi cura di questi cittadini più esposti per problemi di salute all’usura della vita di strada. Il Basilico, servizio di convalescenza protetta per persone senza dimora promosso da Cooperativa Il Melograno ed Auxilium in collaborazione con Regione Liguria e Ospedale Policlinico San Martino, presso cui anche Diallo era stato ricoverato, è un esempio quasi unico in Italia ma evidentemente non può bastare".