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Cronaca

"Convocheremo quindi gli enti del terzo settore che aderiscono al patto per capire insieme cosa si può e si deve fare di più" spiega l'assessore alle politiche sociali di Genova Lorenza Rosso
1 minuto e 32 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - "È necessario implementare l’educativa territoriale per andare incontro ai senza dimora che non vogliono entrare nelle strutture, togliendoli dalla strada per salvare loro la vita". Sono le parole dell'assessore alle Politiche sociali del Comune di Genova Lorenza Rosso dopo la notizia della morte di Diallo Seydou, 70enne senegalese, morto in strada al freddo nella notte tra martedì e mercoledì. 

Aadam, Said, Dorino, Mohamad, Fausto, Nicolae, Massimo, Manuel, Abdalla, Roberto e tanti altri che un nome non ce l'hanno. Sono 21 i senza dimora che in questo 2023 hanno perso la vita in Liguria (LEGGI QUI).

L'assessore specifica la presenza di un alto numero di posti letto, 197 in tutto più quelli attivati con il piano freddo. "I posti disponibili sono oltre 100 rispetto allo scorso anno e siamo pronti ad attivare altri nei vari Municipi in caso di calo ulteriore delle temperature. Abbiamo anche una rete di educativa territoriale per intercettare chi non accetta, durante l’anno, le proposte di accoglienza in dormitorio: bisogna sicuramente rafforzare la rete di educativa di strada e supportarla".

Muore in strada al freddo a Genova, Caritas: "Bisogna fare di più" - CLICCA QUI

"Nel periodo invernale le basse temperature portano talvolta queste persone, grazie anche alle relazioni instaurate dagli operatori di strada, ad accettare l’accoglienza temporanea - continua l'assessore -. Purtroppo nel caso Diallo Seydou non ha funzionato, visto che, nonostante i volontari lo avessero a più riprese invitato a passare la notte in dormitorio, non si è riusciti a dargli un ricovero in quanto irreperibile. È evidente quindi che qualcosa non abbia funzionato se, pur avendo un sistema con un'offerta adeguata di posti residenziali, una persona sia rimasta in strada dove ha perso la vita".

"Convocheremo quindi gli enti del terzo settore che aderiscono al patto per capire insieme cosa si può e si deve fare di più per raggiungere chi vive accanto a noi".  

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