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Cronaca

Resta il giallo sul perché non lo abbiano scritto in cartella
2 minuti e 29 secondi di lettura
di Silvia Isola

LAVAGNA - Continua l'inchiesta sul caso di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante morta dieci giorni dopo la vaccinazione, ed è emerso dall'audizione dei medici dell'ospedale di Lavagna che il personale sanitario sapesse che la ragazza aveva fatto una dose di Astrazeneca. I pubblici ministeri Francesca Rombolà e Stefano Puppo insieme al procuratore Francesco Pinto stanno indagando sulla morte della studentessa avvenuta il 10 giugno scorso per una trombosi. Camilla si era presentata ad un open day, il 25 maggio, e si era sentita male il 3 giugno: era stata portata all'ospedale di Lavagna dove le avevano riscontrato una piastrinopenia e una fotosensibilità. Era stata però dimessa, dopo una tac senza contrasto, ed era ritornata allo stesso ospedale il 5 in condizioni disperate per una trombosi al seno cavernoso. Trasferita al policlinico San Martino di Genova era stata operata alla testa, morì il 10 giugno e i genitori, che avevano sempre sostenuto che la figlia non aveva patologie e non prendeva farmaci, autorizzarono l'espianto degli organi.

Morte Camilla, nella cartella manca Astrazeneca - LA NOTIZIA

Nella cartella medica del primo ricovero, però, non era stato indicato che la giovane aveva ricevuto il siero anglo-svedese, anche se secondo i genitori della ragazza al momento del primo accesso in ospedale era stato comunicato. Poi era emerso la ragazza aveva mandato un messaggio sul cellulare ad un conoscente dicendo che la stavano trattenendo in ospedale "per il vaccino". Resta però il giallo sul perché non sia stato scritto nella cartella clinica. Un dettaglio cruciale, quello della mancata indicazione della vaccinazione, anche per il supplemento di indagine chiesto al medico legale Luca Tajana e all'ematologo Franco Piovella. 

Morte Camilla, la ragazza mandò un sms: "Mi trattengono per il vaccino" - LA TESTIMONIANZA

"Possiamo osservare che la problematica delle controindicazioni su quella fascia di età erano state già evidenziate nel verbale numero 17 del comitato tecnico scientifico che diceva come fosse sconsigliato per le persone sotto i 60 anni. Anche per quel che riguarda Lavagna bisogna dire che Camilla il 3 è stata dimessa con le piastrine che continuavano a scendere", aveva osservato l'avvocato Angelo Paone che assiste la famiglia.

E l'indagine verte proprio sull'accertamento da parte del consulente medico legale sulla base degli altri elementi acquisiti dall'ospedale di Lavagna sulla tempestività e l’adeguatezza delle cure. A spiegarlo a Primocanale è il procuratore Francesco Pinto, che sulle tempistiche non ha contezza in quanto dipende tutto da quando verrà fornita la documentazione finale. C'è poi un tema, ovvero che a maggio, infatti, esistevano già le prime linee guida per diagnosticare la Vitt, la sindrome da vaccino appunto, che prevedevano di procedere con una tac con liquido di contrasto tra gli accertamenti: su questo, però, va ricordato che c'è lo scudo penale per il personale sanitario in ambito campagna vaccinale contro il Covid-19, ovvero l'esclusione di punibilità per i sanitari che somministrano il vaccino, quando questo è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all’immissione in commercio emesso dalle autorità competenti. Il caso è delicato e nei prossimi mesi continueranno le indagini dei pm. 

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