SANREMO - Due casi di cronaca gettano ombre sul carcere di Sanremo, che è stato teatro di due gravi episodi di autolesionismo da parte di due detenuti, di cui uno ha perso la vita. Il primo è avvenuto il 3 ottobre, quando un detenuto del Padiglione C, che per settimane aveva dato segni di disagio psichico, era stato mandato in isolamento, sembra senza le necessarie misure di precauzione. Qui si era provocato gravissime ferite ed ustioni, che in seguito al ricovero nell'ospedale di Villa Scassi hanno portato all'amputazione di una mano ed una parte dell'altra. Di lui in seguito si è saputo solo che a fine dicembre si trovava ancora in ospedale.
Il secondo caso è invece avvenuto il 18 dicembre, quando un detenuto nordafricano ha dato fuoco alla sua cella d'isolamento, dove viene riferito mancassero acqua calda e riscaldamento. L'incendio appiccato dal detenuto sarebbe quindi stata una protesta, che però gli è costata la vita: in seguito alle gravissime ustioni è stato ricoverato d'urgenza con l'ausilio dell'elicottero a Villa Scassi, dove è deceduto il 7 gennaio.
L'onorevole Roberto Giacchetti, del Partito Radicale, porterà il caso in Parlamento su richiesta di Rita Bernardini, appartenente allo stesso partito. L'obiettivo è quello di fare luce sul crescendo di episodi di cronaca all'interno del penitenziario, che sembrano causati principalmente dalla mancanza di prospettive di reinserimento sociale dei detenuti.