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Cronaca

Il perito dei familiari dice che si poteva salvare, i periti degli inquirenti dicono che il soccorso era molto complicato. Ai raggi x i protocolli dell'intervento. Indagati istruttori e pompieri
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di Michele Varì
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GENOVA -Una perizia con riprese subacquee voluta dai familiari svelerebbe che Andrea poteva essere salvato, un altro accertamento tecnico degli inquirenti titolari delle indagini invece direbbe che la canoa si è incastrata e piegata come un quaderno fra due tronchi sommersi, una trappola che avrebbe consentito di tirare fuori il ragazzo solo rischiando di ferirlo in modo grave.


Ruota intorno questi elementi l'indagine aperta dalla magistratura sulla morte per ipotermia, per il freddo, di Andrea Demattei, il 14enne deceduto un anno fa dopo essere rimasto per un'ora nelle acque gelide del torrente Entella, a Chiavari.

Il magistrato titolare delle indagini, Francesco Cardona Albini, deve decidere se rinviare a giudizio gli indagati, il cui numero esatto è top secret, come l'intera inchiesta, svolta con l'ausilio della polizia scientifica, agenti del locale commissariato e della municipale.

Dalle scarne notizie trapelate sarebbero indagati per omicidio colposo il rappresentante legale e tre istruttori della Shock Wave Sport di Sestri Levante e quattro pompieri: sotto la lente i possibili ritardi dei soccorritori, che impiegarono oltre un'ora a estrarre Andrea dalla canoa, ma anche l'opportunità di effettuare un allenamento nell'Entella nonostante le piogge dei giorni precedenti avessero riempito il fiume di rami e tronchi. Ai raggi x anche il protocollo di intervento dei vigili del fuoco, che potrebbe avere ritardato il soccorso.

Per ricordare Andrea e chiedere giustizia il comitato di familiari e amici nato in nome del ragazzo effettuerà una manifestazione sul lungo Entella, davanti al ponte della Maddalena dove avvenne la tragedia.