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Cronaca

1 minuto e 19 secondi di lettura
di Matteo Angeli

Passano i giorni e la crisi del Mar Rosso non accenna a fermarsi. Anzi la tensione resta alta: le forze statunitensi hanno colpito per la seconda notte siti militari dei terroristi che ormai da settimane hanno preso il canale di Suez impendendo alle navi commerciali il passaggio. La situazione di grave pericolo ha costretto la gran parte delle società di navigazione europee a disertare l’attraversamento del Canale di Suez per scegliere rotte meno insidiose ossia il doppiaggio di Capo di Buona Speranza in Sudafrica con un elevato costo aggiuntivo nei noli e almeno venti giorni in più di navigazione con ritardi nelle consegne della merce. 

Automotive, meccanica e chimica saranno i primi settori a soffrire in Italia la crisi nel Mar Rosso con possibili nuovi aumenti anche per gas e benzina. I porti italiani di Gioia Tauro, Taranto così come quelli di Genova, Trieste e Spezia stanno già soffrendo la situazione. 

https://www.primocanale.it/porto-e-trasporti/35501-suez-sommariva-ci-aspettano-ritardi-e-aumenti-ma-spezia-sa-reagire.html

Ovviamente penalizzate anche le petroliere che trasportano l’oro nero e così i prezzi del petrolio rischiano di tornare a salire. Le stime indicano un aumento ipotetico del 10 per cento dei listini al pubblico praticati dai distributori. Il prezzo medio della verde potrebbe lievitare a 1,950 euro al litro. C’è anche il rischio di rincari per le bollette energetiche.

Secondo le stime di Coldiretti è a rischio circa mezzo miliardo di esportazioni di frutta e verdura Made in Italy dirette in Medio Oriente, India e sud est asiatico. Prezzi per ora più o meno stabili, ma per poco.

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