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Cronaca

L'inchiesta riguarda i presunti falsi report su ponti e gallerie genovesi
1 minuto e 21 secondi di lettura
di Redazione

GENOVA - Non si costituirà parte civile la Cgil nel processo cosiddetto Morandi bis, l'inchiesta sui presunti falsi report su ponti e gallerie scaturita dalle verifiche sulle strutture eseguite dopo il crollo del Ponte Morandi.

"Le considerazioni che hanno indotto la nostra Confederazione a tale decisione sono tutte di merito sindacale - ha specificato il sindacato in una nota - e quindi non debbono essere intese come una indebita intrusione nell’ambito giudiziario né una valutazione, di alcun tipo e in alcun modo, sulla complessa indagine e prove che la Procura di Genova ha raccolto e presentato ai Giudici a sostegno delle accuse".

Cgil afferma anche che "i lavoratori coinvolti affermano di aver operato seguendo in maniera pedissequa la manualistica operativa aziendale, codificata sia da Aspi che da Spea e mai oggetto, per quanto a loro noto, di eventuali contestazioni o implementazioni da parte del Ministero dei Trasporti, concedente della rete autostradale in questione e controllore dell’operato delle concessionarie; essi quindi secondo quanto sostenuto dai rispettivi difensori e dal punto di vista quindi dell’organizzazione del lavoro, avrebbero professionalmente ottemperato a quanto loro richiesto".

"Pur quindi nel più assoluto rispetto dell’attività d’indagine della Procura - conclude il sindacato - la Confederazione, rispetto a questo specifico procedimento e correlative ipotesi di accusa, ritiene di attendere l’esito del processo penale e riservarsi quindi di valutare, a valle di ciò, ogni meglio vista iniziativa eventuale anche in relazione all’indubbio grande rilievo sociale, lavorativo ed economico che i fatti in esame oggettivamente assumono per l’intera collettività, evitando, in questa fase assolutamente iniziale del procedimento stesso, di costituirsi parte civile".