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Cronaca

Nel giorno del funerale il dolore di Aristide Zamboni e dei due figli di Lucia Durante. Nella chiesa di piazza Martinez strapiena tante amiche e il sindaco Bucci, cugino del compagno di Lucia. "Cosa direi all'automobilista? Che è stata una follia..."
3 minuti e 37 secondi di lettura
di Michele Varì
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GENOVA - "La felicità era stare con lei sui monti e la neve...". Non nasconde le lacrime e il suo grande dolore Aristide Zamboni (foto in basso), il marito di Lucia Durante la settantottenne travolta e uccisa domenica sera da un'auto in via Archimede, a San Fruttuoso, dove abitava con il marito.

L'uomo, ieri, giovedì 7 marzo, a pochi giorni dalla tragedia ci ha invitato a salire in casa, come se avesse necessità di parlare di Lucia, e dopo averci offerto un caffè ha mostrato la cameretta piena di libri e foto con un letto a castello dove un tempo c'erano i figli, e dove adesso dormiva lei, Lucia.
Una cameretta che Aristide aveva trasformato in un cabina di una nave in cui ha parlato del suo amore per Lucia rimasto immutato nel tempo: "Ci eravamo conosciuti sciando a Salice d'Ulzio, eravamo giovani e tutti e due amanti dello sport e della montagna, la nostra vita è stata bellissima" ha raccontato l'uomo con gli occhi rossi che con Lucia ha formato una famiglia, con due figli, Alessandro, che vive sullo stesso pianerottolo, lì in via Archimede, e Augusto, che abita a Venezia ed è stato un campione e medaglia d'oro di canottaggio: "Uno dei ricordi più belli è stata una discesa con gli sci con la neve fresca di primo mattino e i fiocchi che cadevano, in quel momento ho ringraziato di essere nato" aggiunge quasi cercando con lo sguardo la moglie e la voce rotta dal pianto.
L'uomo poi ricorda i viaggi con la spider con tanti amici in giro per l'Italia.
"La vita di Lucia era sempre in movimento, quest'estate era stata al rifugio Chiarella all'Amianthé, nel comune di Ollomont, in Valpelline, in Valle d'Aosta, il suo nido a 3mila metri in Valle d'Aosta, dove faceva la cuoca volontaria, io ero a Genova e lei mi inviava sempre delle foto...".

Quando è avvenuto l'incidente Aristide era nella sua casa di Sori: "Quando ho chiamato a casa e lei non ho risposto ho detto a mio figlio Alessandro di andare a controllare. Lui mi ha detto che siccome la porta era chiusa a chiave voleva dire che la mamma era ancora fuori...".

Una bugia, la terribile verità all'uomo verrà svelata solo il giorno dopo, quando il figlio lo raggiungerà a Sori: "Quando l'ho visto ho capito".

Poi Aristide ricorda l'ultimo giorno della sua Lucia: "Domenica era andata a una mostra fotografica, è stata investita a pochi metri dal marciapiede da un'auto che dopo si è fermata sotto il tunnel, a quasi cento metri di distanza. Cosa direi all'uomo che l'ha investita? Che in quel momento era folle, non so cosa facesse, ma di certo non guardava la strada, gli bastava spostarsi di poco per evitare Lucia visto che lei era quasi sul marciapiede e via Archimede è molto larga, i vigili ci hanno detto che le bastava un passo, forse due per arrivare al marciapiede".

Per dare l'ultimo saluta a Lucia oggi, venerdì 8 marzo, la Festa delle Donne, la chiesa di piazza Martinez a San Fruttuoso si è riempita. Per disciplinare il traffico anche la polizia locale, e poi una rappresentanza dei vigili del fuoco, colleghi di Augusto, il figlio campione,che è pompiere in Veneto.

Dentro la grande chiesa la famiglia di Lucia e pure il sindaco Marco Bucci, che è cugino di Aristide rimasto vedovo, e poi la gente di via Archimede, e tanti amici, amiche che con Lucia condividevano le infinite passioni che lei divorava, il mare di Nervi, dove andava a nuotare anche fuori stagione, l'arte, il ricamo, la fotografia, la cucina, e le maratone scoperte a tarda età, le escursioni in montagne, in Valle d'Aosta dove aveva detto che voleva che fossero disperse le sue ceneri.
"Di sicuro apporremo una targa" dice con un filo di voce Augusto, l'ex campione di canottaggio, che conclude il suo ricordo con un sorriso, lo stesso che ha sempre avuto nel suo ricordo della moglie il papà Aristide.
"Lei avrebbe voluto questo, anche se è dura, molto dura riempire lo spazio che lei occupava" concludono insieme papà e figlio, vicini, stretti proprio mentre nella casa arriva la compagna dell'altro figlio, Alessandro, con un bimbo, il nipotino, che si chiama Angelo, Angelo come sarà d'ora in poi per tutti loro Lucia, la donna che a 78 anni azzannava la vita come un'adolescente, la donna che era tante donne in una morta a due passi da casa.