GENOVA - Rientrato da un permesso premio, un detenuto nel carcere di Genova Marassi ha tentato di occultare droga e siringhe, ma è stata scoperto dalla polizia penitenziaria al temine dell'attività di controllo. L'uomo aveva con sé quattro siringhe occultate sul proprio corpo, circa 25 grammi di crack e circa 10 di subutex in polvere.
"Solo con la perseveranza e la costanza di controlli mirati alla conoscenza dei soggetti da custodire e responsabilizzare, gli agenti della polizia penitenziaria hanno saputo individuare, tra tanti, il detenuto prestatosi ad introdurre in carcere sostanze stupefacenti, e data la quantità, indubbiamente, a fini di spaccio", sottolinea il primo dirigente di polizia penitenziaria Lucrezia Nicolò.
"Il problema dell'ingresso della droga in carcere - afferma il segretario generale del Sappe Donato Capece - è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. Rispetto a tale problema bisognerebbe fare molto di più, seguendo l'esempio del carcere di Rimini, dove da tanti anni esiste un piccolo reparto con 16 posti dedicato a soggetti tossicodipendenti, i quali sottoscrivono con l'amministrazione un programma di recupero, impegnandosi a non assumere sostanze alternative, come il metadone, a frequentare corsi di formazione per lavorare"