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Cronaca

Le due esistenze del pompiere genovese leggenda internazionale della street art: l'affermazione, la lotta con un tumore che di solito non dà scampo, e la rinascita, grazie alla moglie, la figlia e le sue bombolette dalle mille sfumature
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di Michele Varì
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GENOVA - Le due vite di Christian sono all'opposto, come il bianco e nero, in un mondo però pieno di colori. Bellissimi.

Christian Blef è una leggenda della street art, i ragazzi che disegnano sui muri, che dipingono i treni, le subway, che colorano il mondo con le bombolette. La sua specialità è il littering, la scomposizione artistica delle lettere, sempre diverse.

Partito da San Desiderio, un pugno di case alle spalle di Genova, grazie anche al sostegno del suo lavoro di pompiere, Cristian è arrivato in tutto il mondo, nelle metropolitane, nelle banlieue, dove c'era uno spazio e altri artisti, lui c'era.

Due vite piene, frenetiche, subito in salita, con le difficoltà di dialogo con i genitori, a cui hanno supplito i nonni.
Perché chi è mamma e papà non lo decide l'anagrafe.
Poi la sua crescita, l'esplosione di colori, la sua arte, che gli ha spalancato il mondo. Londra, gli States e tanti altri luoghi. Disegnando, azzannando un vita mai banale, con picchi, sommità, come il colpo di fulmine con la sua compagna, e la nascita di una figlia: il suo disegno più bello.

Nel pieno della vita ecco che irrompe il destino: un malore in piena notte, il risveglio in un ospedale, la scoperta di tumore alla testa dei più micidiali, di quelli che non sai se vivrai un milione di giorni o un solo giorno. Poi l'intervento e la rinascita, lenta, grazie ai colori, stavolta stesi su un foglio bianco su cui ricominciare. II destino che prova a restituire con il disegno, l'arte di quelle bombolette dalle mille sfumature. La terapia che ha salvato Christian.

 

 

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