GENOVA - E' una vera e propria emergenza sociale, ma spesso viene sottovalutata tanto che giochi potenzialmente pericolosi vengono persino reclamizzati in tv.
La ludopatia è una piaga come la tossicodipendenza e l'alcolismo che distrugge vite e famiglie, ma se ne parla poco e così si tollerano giochi di stato come Lotto e Totocalcio e tanti altri ancora più subdoli.
Gli ultimi dati disponibili, provenienti da un'indagine svolta dall'Istituto superiore di sanità, parlano di un milione e mezzo di italiani affetti da ludopatia,
L'allarme è lanciato da Giocatori Anonimi, l'associazione di auto aiuto che con i Sert delle Asl aiuta le persone malate di gioco.
A Genova ci sono cinque gruppi di Giocatori anonimi, sparsi in ogni quartiere, a cui se ne aggiungono altri due a Imperia e Savona. Per avvicinarsi a questi gruppi di mutuo aiuto basta chiamare un numero di cellulare attivo 24 ore su 24, il 340 15 29 838.
"Il gioco ti annienta, ti cancella la vita sociale", come ci ha raccontato Aldo, uno dei referenti di Giocatori Anonimi Liguria, un genovese di 67 anni che ammette di essere stato ludopatico per quasi 40 anni e solo da 11 proprio grazie al gruppo e al Sert, è riuscito a tornare a vivere. Lui, ex magazziniere dell'ospedale San Martino residente a San Fruttuoso, giocava a tutto, dai cavalli, al gratta e vinci, alla roulette e le slot, e mette sull'avviso i ragazzi che giocano on line, "quando ci accorge di essere ludopatici è già tardi".
La mia vita è stata segnata dalla ricerca dell'adrenalina della giocata - racconta ancora Aldo - dalla ricerca della grande vincita, e senza accorgermene alla fine, giorno dopo giorno, anno dopo anno, mi sono giocato la vita. Ho trascurato tutto, famiglia, rapporti sociali, l'unico mio interesse era il gioco. Ho iniziato a giocare da bambino, giocandomi i fumetti, e mi sono fermato solo 11 anni fa, quando ho capito avevo toccato il fondo e l'ho confidato a mia moglie, solo allora grazie a Giocatori Anonimi sono tornato a riavere il controllo della mia vita. Anche se dalla ludopatia non si guarisce mai e ogni giorno che non si gioca è una conquista".