GENOVA - Viveva a Genova Vincenzo Franchina, l'uomo di 36 anni morto nel tragico incidente sul lavoro di Suviana, nel bolognese.
Il 36enne era originario di Sinagra, in provincia di Messina, e aveva trovato lavoro in una ditta impegnata nella manutenzione dell'impianto, si era sposato da poco ed era diventato papà da tre mesi. Era arrivato a Genova, dove viveva con la moglie, infermiera all'ospedale pediatrico Gaslini.
Stava lavorando anche lui quando è avvenuta l'esplosione, intorno alle 15, nella centrale idroelettrica Enel del bacino artificiale di Suviana, sull'Appennino Bolognese. Coinvolte 15 persone di cui 3 sono morte (Vincenzo è la vittima più giovane), 4 disperse, 5 ferite e 3 illese.
Mario Pisani, il più anziano tra quelli che hanno perso la vita, 73 anni, era il titolare della Engineering automation srl, azienda per cui lavoravano gli altri due operai morti, con sede a Mele, in provincia di Genova.
L'azienda si trovava all'interno di una vecchia cartiera. "Ci sono molte piccole imprese all'interno delle ex cartiere, che si trovano nella parte industriale. Molte sono di persone nate e cresciute in Liguria, altre di persone che arrivano da fuori e magari lavorano con i residenti di Mele e provincia ma altre ancora, come questa, non le conosciamo. Gli unici contatti che hanno con il Comune sono stati con il settore tributario" ha raccontato il sindaco, Mirco Ferrando.
A Suviana l'incidente è partito da una turbina esplosa, che ha causato un incendio e il crollo di un solaio. Erano in corso lavori di manutenzione. Operazioni di soccorso difficili. I vigili del fuoco: "L'incidente sotto il livello dell'acqua, abbiamo faticato a entrare nei locali".
Il Comune di Sinagra ha deciso di proclamare lutto cittadino: "Vincenzo, giovane sinagrese - scrive l'amministrazione su Facebook - viveva da qualche anno al nord Italia per lavoro assieme alla moglie e al figlio di appena tre mesi. Una tragedia che sconvolge nel profondo la nostra comunità e lascia in ognuno di noi tristezza e un grande vuoto. Vincenzo lo vogliamo ricordare con un sorriso schivo ma sempre presente sulle sue labbra. Mai una parola fuori posto o di troppo, un ragazzo, come tutta la famiglia, di grande dignità".