GENOVA - I pubblici ministeri Francesca Rombolà e Giancarlo Vona hanno chiesto oltre 33 anni di carcere e una assoluzione per i tifosi del Genoa accusati di presunte estorsioni alla società in cambio della pace del tifo all'epoca in cui era presidente Enrico Preziosi.
L'accusa ha anche chiesto la trasmissione degli atti per indagare l'ex amministratore delegato Alessandro Zarbano per falsa testimonianza: secondo l'accusa avrebbe mentito durante la sua deposizione al processo. La condanna più alta (8 anni) è stata chiesta per Massimo Leopizzi, ritenuto il capo della tifoseria e dell'associazione a delinquere messa in piedi per estorcere denaro alla società. Sono stati chiesti inoltre sette anni e 10 mesi per Arthur Marashi e tre anni e sette mesi per Fabrizio Fileni: il primo, per l'accusa, è la "faccia pulita con la dirigenza rossoblù ma che condivide gli intenti delittuosi con Leopizzi", il secondo è "l'esecutore materiale di ciò che dettava il capo". Chiesti anche un anno e tre mesi per Davide Traverso, all'epoca presidente dell'associazione Club genoani: per i pm era "l'anello di congiunzione tra Leopizzi, di cui seguiva le direttive, e la società.
Il gruppo, per l'accusa, è responsabile di uno "stato di soggezione, il clima di ricatti, e di una giustizia parallela in cui bastava persino da lontano una telefonata del capo ultras della Brigata Speloncia, Massimo Leopizzi, per decidere le azioni di governo" della Gradinata Nord". All'epoca, i tifosi avrebbero creato un "turbamento dell'ordine pubblico come mai successo in Italia". Oltre che per Zarbano, i pm hanno chiesto la trasmissione degli atti anche per Valerio Bencivenni, dipendente di una panetteria della Foce che avrebbe ricevuto intimidazioni.