Da certezza, nel giro di poche ore, é’ passata ad ipotesi al vaglio del ministero degli Interni. Il riferimento è al Centro di permanenza e rimpatrio per migranti ( il cosiddetto CPR) che sino a ieri sembrava dovesse essere realizzato all’interno dell’ex Caserma Camandone di Diano Castello.
La notizia che la Camandone continui ad essere al centro di dibattito tra la Prefettura di Imperia e il Ministero ha fatto andare su tutte le furie il sindaco Romano Damonte, il comitato NO CPR, nato poco dopo la visita del ministro Matteo Piantedosi a Ventimiglia (risalente allo scorso ottobre) composto prevalentemente dai sindaci del golfo Dianese, le associazioni di categoria e delegazioni di residenti.
Il coro del NO CPR, oltre a fare il giro della provincia di Imperia in pochi minuti, è arrivato anche nei corridoi genovesi di via Fieschi al punto che il governatore Giovanni Toti, contattato il ministro Piantedosi per capire nel dettaglio cosa stava succedendo, ha gettato acqua sul fuoco confermando che la Camandone, al momento rimane un ipotesi al vaglio.
Quel ‘al momento’ non convince però il comitato NO CPR pronto a scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso, in primis il sindaco Damonte che insiste sulla vocazione turistica della zona ( ha parlato di 1 milione di presenze annue in tutto il Golfo n.d.r.) e sull’ assoluta contrarietà alla presenza di un centro di permanenza e rimpatrio. “ La Liguria - ha detto - comprende l'intero il territorio da Sarzana a Ventimiglia. Non capisco perché ci si continui a soffermare su a Diano Castello."