GENOVA - Oggi è chiuso il piccolo cimitero di Quinto, in cui si accede da corso Europa, un pugno di tombe sepolte dalla erbacce, soprattutto dalle ortiche, come ci hanno segnalato degli abitanti e come confermano le nostre immagini riprese dal cancello adiacente al sentiero che da lì arriva in cielo, al monte Fasce. Per gli anziani è quasi impossibile avvicinarsi a deporre un fiore o anche solo accarezzare una tomba.
Le segnalazioni di cimiteri infestati dalla vegetazione sono arrivate da ogni parte della città, dal ponente, da San Carlo di Cese, al levante, da Nervi. E anche il Valbisagno: qui sulle alture di Molassana, in via dell'Olivo, capita una stranezza: noi preannunciamo la visita a un paio di politici e come d'incanto il giorno dopo ecco gli operatori delle cooperative che hanno in appalto lo sfalcio dei camposanti che si materializzano.
Così, dopo mesi di incurie, davanti a noi c'è un cimitero in perfette condizioni. Una coincidenza, ma a pensare male spesso ci si azzecca.
Stessa cosa capita per il cimitero di Nervi, in via del Commercio: andate a dare un'occhiata, ci hanno segnalato, c'è l'erba che copre le tombe. Il tempo di programmare la visita ed ecco che le erbacce vengono tagliate. Perfetto, l'importante è raggiungere l'obiettivo.
Lì a Nervi incontriamo Bruna, una donna di grande dolcezza. Ci conferma che sino a ieri il camposanto era una giungla e poi senza quasi volerlo svela la sua bellissima storia d'amore con quel marito conosciuto a 16 anni e morto ormai da dieci, a soli 50 anni, per una malattia che non gli ha dato scampo. Lui, che guarda un po' si chiamava Angelo, non c'è più, ma è come se fosse ancora qui, le immagini a volte parlano e raccontano tutto meglio di ogni parola.
Bruna, che ha due figli grandi e sta per diventare nonna, con un filo di voce sottolinea l'importanza che può avere un luogo come un cimitero, dove si va per sentire vicini i propri cari. Lo stesso dice Gianni, che arriva da Sampierdarena per stare vicino alla moglie che ha voluto riposare nel camposanto di Nervi perchè era della zona.
Si torna in centro transitando a sorpresa davanti al cimitero di Quinto infestato dalle ortiche.
La speranza è che il piano sfalci arrivi anche qui: noi ci torneremo nei prossimi giorni, chissà forse, per caso, stavolta lo troveremo senza ortiche.