DIANO CASTELLO - Oltre 200, sindaci del Golfo dianese in primis, i manifestanti che hanno protestato davanti all’ex Caserma Camandone di Diano Castello per dire "No" al Cpr, il centro di permanenza e rimpatrio destinato ai migranti che non vogliono regolarizzare la loro posizione sul territorio italiano.
Come noto, una decina di giorni fa, il prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo aveva convocato i sindaci del golfo di Diana per approfondire nei dettagli la delicata questione ma il risultato ottenuto è stata una protesta di massa. A tentare di placare gli animi, il presidente della Liguria Giovanni Toti che, complice una telefonata con il ministro Piantedosi, continua a sottolineare che, al momento, la Camandone è solo un'ipotesi allo stadio embrionale.
In pochi sembrano però credergli, e come dichiarato dal sindaco di Diano Castello Romano Damonte "continueremo a protestare sino a quando non avremo la certezza - sorride amaramente - di aver capito male quello che, una decina di giorni fa, aveva detto il prefetto di Imperia durante una riunione. Ovvero: la realizzazione di un centro per migranti qui a Diano Castello.
Il primo a scendere in campo a sostegno dei sindaci e del comitato "No Cpr" é stato l’assessore regionale Marco Scajola che ha sottolineato la sua contrarietà a mettere un centro di permanenza e rimpatrio in una zona ad alta vocazione turistica auspicando che il Governo centrale faccia un passo indietro.
Decisamente polemici, su come la politica stia gestendo l'intera questione, sono i toni del consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano che insiste "sulla mancanza di coraggio del centrodestra di dire no al CPR nel Golfo Dianese". Ioculano inoltre ricorda che "quando noi del Partito Democratico iniziammo a parlare di Cpr ci diedero dei fantasiosi, perché nessuno stava parlando di Cpr, oggi la cosa è concreta".