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Cronaca

Secondo comunicazione in video di Stefano Savi, l'avvocato del governatore ora ai domiciliari: "Prima di parlare con giudici bisogna leggere atti, le dimissioni? Quando sarà il momento si farà chiarezza con collaboratori di lavoro e partiti di maggioranza"
2 minuti e 12 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA - "Tutti i denari in entrata e in uscita sono tracciabili come impongono le normative sulla trasparenza di queste operazioni e sono stati spesi per necessità di tipo politico connesse all'attività del presidente e delle persone che lavoravano con lui o hanno connessioni politiche con lui, dunque non c'è stata nessuna anomalia nella spesa, né a titolo personale, né ad altro titolo. Dimissioni di Toti? Quando sarà il momento ne parlerà con tutti i partiti della maggioranza.  L'interrogatorio di domani in tribunale? Non è ancora il momento di prendere posizione e dare spiegazioni con il giudice perché solo da ieri abbiamo un fascicolo enorme da approfondire".

E' la prima linea difensiva di Giovanni Toti, il presidente della Liguria arrestato per corruzione elettorale e ora  agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Ameglia, nello Spezzino, una linea concordata con il suo legale, l'avvocato Stefano Savi, che a metà pomeriggio l'ha reso pubblica con un video.

Savi ribadisce che Toti ha agito nell'interesse pubblico e non privato e in qualche mondo anticipa che domani Toti nell'interrogatorio di garanzia fissato per le 14 in tribunale dovrebbe avvalersi della possibilità di non rilasciare dichiarazioni.

La stessa scelta fatto oggi da Paolo Emilio Signorini, l'ad di Iren arrestato e rinchiuso in prigione a Marassi per presunti reati di corruzione commessi quando rivestiva la carica di presidente dell'autorità Portuale. Signorini davanti al gip Faggioni non ha parlato: il motivo spiegato dal suo avvocato Enrico Scopesi è lo stesso riferito da Savi: "Le carte dell'accusa sono molte e dobbiamo avere il tempo di leggerle con calma".

Quello di oggi è il secondo video inviato dall'avvocato Savi dopo l'arresto di Toti, una scelta di comunicazione forse dettata dalla grande attenzione mediatica sulla vicenda, una scelta inedita e discutibile perché di certo aiuta a non fraintendere, ma nello stesso tempo impedisce ai giornalisti di porre domande. Nel filmato di stasera l'avvocato spiega ancora: "La tracciabilità dei denari in uscita ed entrata è totale, in entrata sono gli stessi atti che lo dicono, non è contestato nulla su situazioni che non siano rientranti nelle normative di legge che prevedono che tutto avvenga nella maniera più trasparente possibile, e così è stato, e abbiamo anche la possibilità di dimostrare che i denari sono stati spesi tutti per necessità di tipo politico connesse all'attività del presidente o persone che avevano connessioni politiche con lui, dunque non c'è nessuna anomalia nella spesa nè al livello personale o ad altro titolo. Le dimissioni? Il presidente dice che sono decisioni che non possono prescindere anche da un confronto che potrà essere svolto con condizioni diverse, con tutte le persone che hanno lavora con lui sino ad oggi e i partiti della sua maggioranza".