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Cronaca

Secondo gli inquirenti sono considerati gli organizzatori di una spedizione punitiva eseguita nella sera del 14 gennaio 2024 quando, a bordo di un autobus della linea 7 che viaggiava verso Dinegro, aggredivano insieme ad altri 9 stranieri un connazionale
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di Redazione

GENOVA - Sono stati arrestati per rapina tre giovanissimi di origine egiziani senza fissa dimora. 

I militari della Stazione Carabinieri Genova – San Teodoro e Scali hanno dato esecuzione all’ordinanza che dispone la custodia cautelare in carcere per rapina, nei confronti dei tre ragazzi.

Secondo gli inquirenti sono considerati gli organizzatori di una spedizione punitiva eseguita nella sera del 14 gennaio 2024 quando, a bordo di un autobus della linea 7 che viaggiava verso Dinegro, aggredivano insieme ad altri 9 stranieri, tra cui 7 minori, un connazionale che veniva preso a calci e pugni e al quale rapinavano il telefono cellulare.

La vittima, che veniva anche percossa con la fibbia di una cintura, riportava lesioni giudicate guaribili in 21 giorni e veniva trasportato in ambulanza presso l’ospedale di Villa Scassi.

Il giorno successivo presentava denuncia presso la Stazione Carabinieri di San Teodoro e Scali. La Stazione si prendeva carico delle indagini, svolte in un difficile contesto sociale e rese non facili dalle diversità linguistiche, nonché dalla diffidenza delle persone coinvolte. Tramite l’escussione di testimoni, la visione di telecamere di videosorveglianza e la ricostruzione dei messaggi scambiati su applicazioni di messaggistica e social network è stato possibile giungere alla piena identificazione dei 12 componenti della banda responsabile del pestaggio, tra cui, come detto, 7 minori non accompagnati nati tra il 2005 e il 2008, ospitati presso varie comunità della provincia di Genova.

L’autorità giudiziaria, concordando pienamente con le risultanze delle indagini, ha pertanto disposto la custodia cautelare per tre di essi, tra cui il vero e proprio promotore della spedizione punitiva. A quanto risulta, l’episodio sarebbe da ricondurre a una crisi di gelosia di quest’ultimo, che ha intrapreso una relazione con la ex moglie della vittima, conosciuta perché impiegata presso una delle comunità per minori non accompagnati della città di Genova.