GENOVA - "Facevo solo campagna elettorale tramite comunità riesina, non capisco perché mi accusano". Lo ha detto Arturo Angelo Testa, uno dei due fratelli ex Forza Italia indagati per corruzione elettorale aggravata dall'aver agevolato il clan mafioso Cammarata del mandamento di Riesi nell'ambito dell'inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore ligure Toti, l'imprenditore Aldo Spinelli e l'ex presidente dell'autorità portuale ed ex ad di Iren Paolo Signorini.
Testa è entrato in tribunale per l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Paola Faggioni. Lui e il fratello, Maurizio, alle regionali in Liguria del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per far convogliare i voti degli elettori, appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani, verso la lista 'Cambiamo con Toti Presidente' e verso il candidato Stefano Anzalone (che è indagato ma non colpito da 'misure').
Anche Maurizio Testa verrà interrogato oggi.