GENOVA - "Ho votato in scienza e coscienza in base a cinque considerazioni che ho fatto, nessuna pressione, se c'è un altro che le ha fatte a qualcuno non era un problema mio".
E' quando avrebbe detto Giorgio Carozzi, ex giornalista componente del Comitato di gestione del porto, in rappresentanza del comune di Genova, ai magistrati titolari dell'indagine sulla grande l'inchiesta giudiziaria che ha travolto il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.
Da palazzo di giustizia era trapelato che Carozzi avesse confermato la ricostruzione dei magistrati titolari dell'indagine, ossia che avesse subìto pressioni per cambiare idea nel giro di pochi mesi e votare a favore della proroga della concessione trentennale al gruppo Spinelli del Terminal Rinfuse.
Poi però è arrivata la smentita dello stesso Carozzi: "Agli atti emergono ricostruzioni approssimative" ribadisce.
Per ricostruire il rinnovo della concessione a Spinelli e per altri chiarimenti nei prossimi giorni sarà sentito il sindaco di Genova Bucci, che non è indagato.
Il presidente di Ente Bacini e della Santa Barbara del porto Vianello, indagato con interdizione alla professione, invece nelle scorse ore ha presentato ricorso al riesame per la revoca della restrizione.
I pm riascolteranno forse già lunedì la registrazione dell'interrogatorio di Roberto Spinelli, figlio di Aldo, in particolare le parole che avrebbe riferito facendo riferimento alle richieste di Toti, che avrebbe chiesto "finanziamenti illeciti". Il figlio dell'imprenditore, attraverso i suoi legali, ha sostenuto di aver detto invece detto "finanziamenti leciti".
Per gli inquirenti, a netto di un possibile lapsus, allo stato fa fede la trascrizione effettuata, da qui la necessità di riascoltare la registrazione.
L'avvocato di Spinelli Alessandro Vaccaro precisa anche la logica che porta a rettificare la dichiarazione: "Se Roberto Spinelli avesse detto finanziamenti illeciti il pm non avrebbe interrotto la trascrizione ma chiesto di approfondire".