GENOVA - Martedì 7 maggio, venerdì 7 giugno 2024: è questo il mese che ha squassato la Regione Liguria con l'arresto per presunta corruzione del presidente Giovanni Toti che dal suo ufficio affacciato su piazza De Ferrari è finito ai domiciliari nella sua residenza di Ameglia, alla Spezia.
Trenta giorni che hanno stravolto la vita della Liguria e del porto di Genova, il cuore dell'economia della regione. Ai domiciliari con il governatore il suo braccio destro e capo di gabinetto, Matteo Cozzani, il terminalista Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, appena promosso dal sindaco Bucci ad Ad di Iren, l'unico con una pena detentiva che non beneficia dei domiciliari.
Le misure cautelari sono giustificate dal fatto che alla vigilia della elezioni europee gli indagati potrebbero reiterare il reato o inquinare le prove. La maggioranza in regione ed esponenti del governo parlano di giustizia a orologeria. Il procuratore Piacente precisa che la richiesta è stata depositata al gip a fine dicembre. Quattro mesi prima degli arresti, tempo adeguato per vagliare le novemila pagine dell'inchiesta.
Tutto ruota intorno a tre anni di intercettazioni telefoniche e ambientali, molte effettuate a bordo dello yacht di Spinelli ormeggiato alla fiera del mare dove tutti, a turno, politici e altri imprenditori, si recavano, accettando anche di lasciare sul molo il telefonino, per paura di essere ascoltati dalla finanza, o solo anche per evitare un eventuale spionaggio industriale, come si vocifera fra i moli.
Le foto dei cellulari lasciati sul molo sono una delle cartoline di questa maxi inchiesta.
Per Cozzani e Toti l'accusa è anche voto di scambio. Indagati pure Roberto Spinelli, figlio di Aldo, l’imprenditore Mauro Vianello, il consigliere di amministrazione di Esselunga, Maurizio Rossi amministratore della società Terrazza Colombo, Francesco Moncada, i gemelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova ritenuti vicini a Cosa nostra, e Venanzio Maurici, sindacalista in pensione.
Per i pm Monteverde e Manotti in cambio di denaro e altri regali Toti e Signorini avrebbero favorito o fatto promesse agli imprenditori nelle concessioni. Toti si difende dicendo che le elargizioni erano finanziamenti elettorali denunciati, a Signorini sono contestati regali in denaro e viaggi di lusso da Aldo Spinelli. A Cozzani gli inquirenti contestano anche di avere favorito abusi edilizi sull'isola Palmaria, a Spinelli il tentativo di privatizzare una spiaggia di Celle Ligure per agevolare una speculazione edilizia del figlio.
Trenta giorni dopo Toti, in Regione sostituito da Alessandro Piana, è ancora ai domiciliari, immutate anche le condizioni di Signorini e Spinelli, che ha ottenuto solo di poter incontrare il fratello e due vecchi amici. Nel frattempo il consiglio regionale grazie ai numeri della maggioranza vota la fiducia al presidente Toti, come lui aveva chiesto dopo avere ottenuto dai pm d'incontrare ai domiciliari il suo delfino, l'assessore Giampedrone.
E' quella la ripartenza, ma solo dal punto di vista politico, mentre per quello giudiziario la strada appare ancora in salita.
Il 28 maggio gli inquirenti vengono ascoltati dalla commissione parlamentare antimafia sulle infiltrazioni di Cosa nostra.
L'inchiesta prosegue: dopo gli interrogatori dei membri del comitato portuale e di altri dirigenti dell'autorità portuale sulla concessione del terminal rinfuse e su calata Concenter, i pm aspettano ora di ascoltare due big, due testimoni non indagati, il sindaco di Genova Bucci e il patron di Msc Gianluigi Aponte.
L'indagine, anche se ormai definita, circoscritta, trapela dai pm, ora va irrobustita.