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Cronaca

In settimana sarà sentito il patron di Msc Aponte sulle concessioni e l'ex procuratore Cozzi sulla sua consulenza a Spinelli
2 minuti e 1 secondo di lettura
di Michele Varì

 

GENOVA - Prosegue l'indagine sulla presunta corruzione in Regione Liguria che il sette maggio ha fatto finire ai domiciliari il presidente Giovanni Toti: in settimana gli inquirenti effettueranno i controlli incrociati dei messaggi delle chat degli indagati e dei testimoni per controllare se coincidono o stridono con affermazioni rilasciate dalle persone interrogate dai magistrati e dai finanzieri.

Ulteriore incrocio sarà poi svolto con le intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno permesso di imputare i reati agli indagati. Riscontri che intenzioni della procura potrebbero corroborare il quadro accusatorio.

Vanno avanti anche gli interrogatori: nei primi giorni della settimana in procura ci sarà Francesco Cozzi, ex procuratore capo che ha chiesto di spiegare ai suoi ex colleghi la sua collaborazione in qualità di avvocato per conto della famiglia Spinelli, a cui avrebbe fornito un parere legale su alcune tematiche legate al porto dietro il pagamento di una regolare parcella di 15 mila euro. Fra le cose da chiarire l'oggetto del parere che sarebbe stato solo verbale.

In settimana dovrebbe essere sentito anche il patron di Msc Gianluigi Aponte, socio dell'indagato ai domiciliari Aldo Spinelli, finito nei guai per la presunta corruzione tesa fra l'altro ad ottenere il rinnovo della concessione del terminal Rinfuse, società in cui Aponte è socio al 45%. I magistrati vogliono capire se Aponte ha fatto a sua volta pressioni su Toti o Signorini e se era a conoscenza di quanto viene addebitato a Spinelli.

Tempi più lunghi per l'interrogatorio del sindaco di Genova Marco Bucci, altro teste non indagato, che sarà sentito più in là per motivi di salute visto che è in convalescenza dopo un intervento chirurgico all'ospedale Galliera.

I magistrati effettueranno anche verifiche sul software del maxischermo di Terrazza Colombo che ha fatto finire sul registro il presidente Maurizio Rossi, coinvolto nell'indagine in quanto amministratore della società che gestisce il grande display che troneggia sulla sommità di grattacielo Piacentini.

Trapela poi che gli interrogatori della compagna e di altre donne frequentate per motivi di lavoro dall'ex presidente di Autorità portuale Paolo Emilio Signorini, l'unico indagato che è in regime detentivo senza beneficiare dei domiciliari, avrebbero permesso di trovare altri importanti indizi a sostegno dell'accusa: nessuna delle donne aveva mai sospettato, come sostiene l'accusa, che i viaggi e i regali fossero frutto di regali da parte di Aldo Spinelli e di Mauro Vianello, entrambi indagati, ma una delle donne ai finanzieri avrebbe riferito che si era accorta che lo stile di vita di Signorini era anomalo.