GENOVA - Nell'indagine sulla corruzione è stato il giorno di Gianluigi Aponte: l'armatore proprietario di Msc è arrivato a Genova con un aereo privato da Ginevra per essere interrogato sulla maxi inchiesta che il 7 maggio ha travolto la Liguria e portato ai domiciliari il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. Tanti i temi caldi: le concessioni in porto, la cosiddetta spartizione, rinfuse, carbonile, area ex Enel e calata Concenter.
Insieme a lui l'avvocato Giuseppe Sciacchitano, che non ha potuto presenziare perché Aponte non è indagato. Per lo stesso motivo il testimone non ha potuto avvalersi della facoltà di non rispondere.
Aponte dalle 14.30 circa ha risposto alle domande dei Pm Luca Monteverde e Federico Manotti sulla questione legata al terminal Rinfuse, di cui è socio al 45% con Aldo Spinelli, anch'egli agli arresti domiciliari, che detiene invece il 55%, quota ottenuta secondo la procura grazie ad una tangente da 40mila euro data a Giovanni Toti. Presente anche il generale Andrea Fiducia della guardia di finanza.
Aponte poco dopo le 16, dopo circa un'ora e mezza, protetto dalla vigilanza, è uscito dal tribunale dai sotterranei del palazzo di giustizia, a bordo di una berlina con i vetri oscurati, ed è si è allontanato.
Dalle prime indiscrezioni Aponte nella sua deposizione avrebbe risposto alle domande e avvalorato le parti dell'inchiesta che lo riguardano, dalle telefonate con l'ex amministratore dell'autorità portuale Signorini, l'unico indagato rinchiuso in un carcere, ai contatti con Aldo Spinelli, altro indagato, e lo stesso sindaco di Genova Marco Bucci, anche lui non indagato.