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Cronaca

Finora i consulenti erano stati esaminati dalle difese a "blocchi", derogando a quanto previsto dalle norme. In questa maniera "si è dato un vantaggio indebito pesantissimo non consentito dal codice. Continuando così siamo cornuti e mazziati"
1 minuto e 8 secondi di lettura
di R.P.

GENOVA - Bagarre in aula questa mattina nel processo per il crollo del ponte Morandi, che costò la vita a 43 persone il 14 agosto 2018. La discussione tra il pm Walter Cotugno e le difese dei 58 imputati è nata sulle modalità di controesame e riesame dei consulenti delle difese.

L'accusa ha chiesto di tornare "entro la carreggiata del codice" e cioè di contro esaminare uno alla volta i professionisti e di concludere con il riesame da parte delle difese prima di iniziare con un altro. Finora, infatti, i consulenti erano stati esaminati dalle difese a "blocchi", derogando a quanto previsto dalle norme. In questa maniera "si è dato un vantaggio indebito pesantissimo non consentito dal codice. Continuando così siamo cornuti e mazziati - ha detto in aula il pubblico ministero Cotugno -. È stata finora una modalità che abbiamo subito, siamo usciti dal codice a vantaggio della difesa".

Gli avvocati hanno chiesto di proseguire con il contro esame e il riesame come finora concesso. Dopo un botta e risposta tra accusa e difesa, il collegio si è ritirato e ha poi deciso di accogliere la richiesta dell'accusa. Le udienze a questo punto riprenderanno il 25 giugno e in tre settimane dovrebbero essere sentiti tutti i 21 consulenti delle difese. Dopo, ma con ogni probabilità se ne parlerà a settembre, ci saranno le spontanee dichiarazioni di alcuni imputati tra i quali l'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci.

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