GENOVA - Caccia alla banda dei "minori non accompagnati" come è stata definita dai poliziotti che indagano su una serie di rapine commesse da una baby gang di stranieri arrivati clandestinamente in Italia senza genitori e per questo, come prevedono le normative, ospiti di alberghi e centri di accoglienza gestiti dai servizi sociali del Comune di Genova.
La baby gang pur cambiando pelle e affiliati imperversa da anni e colpisce nelle zone del centro città, fra Brignole, piazza Ferrari e centro storico. Colpi sono stati commessi anche in altri quartieri, alla Fiumara di Sampierdarena, punto di ritrovo della banda, a Nervi, San Fruttuoso e Sestri Ponente. Vittime preferite sono i coetanei, minori, ma anche ragazzi più grandi su cui i rapinatori hanno la meglio grazie all'effetto branco, accerchiando, picchiando e minacciandoli di morte.
L'obiettivo è appropriarsi dei soldi nel portafoglio, le paghette, pochi euro, e lo smartphone, ma ci sono stati casi in cui si sono impossessati degli abiti griffati o delle scarpe alla moda. Alcune vittime, ragazzi, a volte adolescenti sotto i 14 anni, sono tornati a casa seminudi o scalzi. Umiliati e scioccati. Le indagini sulla banda sono state avviate da polizia e carabinieri intervenuti dopo le rapine o a cui sono state presentate le denunce delle vittime. In passato alcuni componenti delle gang sono stati identificati e denunciati. Ma è servito poco. I colpi proseguono.
La banda dei "minori non accompagnati" è composta da più micro gang. Come si evince dal nome, si tratta da ragazzi "under 18" arrivati in Italia senza famiglia che, come impongono le normative comunitarie, in quanto minori non possono essere espulsi e hanno diritto all'accoglienza in strutture idonee sino al compimento della maggiore età. Spesso i baby migranti si presentano in questura con la valigia in mano. In passato erano perlopiù albanesi, negli ultimi anni invece sono magrebini, tanti gli egiziani.
Un flusso di ragazzi gestito da organizzazioni criminali che dietro lauti compensi promettono alle famiglie un futuro migliore in Italia, spesso è così, ma altre volte questi ragazzi al diciottesimo anno di età si ritrovano in strada o peggio in galera per scontare i reati commessi da adolescenti. I centri di accoglienza dei servizi sociali per mancanza di fondi e di personale non riescono a garantire una vera assistenza e integrazione e si rivelano dormitori in cui il minore aldilà della scuola è abbandonato a sé stesso.
Grazie allo sforzo personale degli educatori e degli insegnanti molti ragazzi riescono a costruirsi un futuro, ma una minoranza finisce in strada, facendo uso di droghe, abusando di alcolici e per permettersi le sostanze di cui sono dipendenti si trasformano in ladri o rapinatori o vendono il loro corpo ai giardini di Brignole. Pochi mesi fa di sera ai giardini della stazione un diciottenne italiano era stato violentato nel vespasiano di via Fiume: nel mirino degli inquirenti sempre la stessa gang.
L'ultima rapina l'altro pomeriggio fra via San Vincenzo e via Fiume, a Brignole: in due hanno assalito e ferito un ragazzino poi finito in ospedale. Sul selciato, davanti al grattacielo, ci sono ancora le tracce di sangue. Il sangue delle vittime della banda dei minori non accompagnati.