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Cronaca

Ancora non è chiaro se si sia trattato di un suicidio o, più verosimilmente, trattandosi di un tossicodipendente, di un tentativo di procurarsi effetti allucinogeni finito male
1 minuto e 20 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - Ancora un morto nel carcere di Marassi dove ieri pomeriggio, in una cella, è stato rinvenuto il cadavere di un detenuto.

Si tratta di un uomo italiano, 30 anni non ancora compiuti, morto dopo aver inalato gas dal fornello da campeggio. Ancora non è chiaro se si sia trattato di un suicidio o, più verosimilmente, trattandosi di un tossicodipendente, di un tentativo di procurarsi effetti allucinogeni finito male.

La notizia ha scosso i sindacati dei poliziotti penitenziari: "Sono dunque 101 i morti nei penitenziari dall’inizio dell’anno, di cui ben 45 per suicidio, in quella che è una vera e propria carneficina. A questo tragico bollettino vanno peraltro sommati anche i 4 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita" dice Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

Quest'ulteriore decesso, per di più, ripropone pesantemente il tema dei detenuti tossicodipendenti. "Dovrebbero seguire percorsi alternativi e di effettivo recupero, trovando anche le cure necessarie e che, nella situazione attuale delle carceri, sono invece molto prossime a una chimera - continua De Fazio -. Se si vuole almeno tentare di limitare il massacro abbattendo ogni record nella conta dei morti in carcere, il Governo Meloni prenda atto dell’emergenza senza precedenti e vari, per davvero e immediatamente, un decreto-legge per consentire il deflazionamento della densità detentiva, sono oltre 14mila i detenuti in più rispetto alla capienza utile, assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di almeno 18mila unità, e il potenziamento della sanità inframuraria, specie di natura psichiatrica, in crisi profondissima. Parallelamente, l’esecutivo e il Parlamento avviino riforme strutturali e riorganizzative. Siamo dentro un’ecatombe".