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Cronaca

L'imputato, Fahd Chebbi, tunisino, non era in aula: il pm aveva chiesto una condanna a otto anni. Lo straniero si era difeso dicendo "l'ho fatto per difendere un altro recluso succube di Luca". L'altro indagato già condannato a 6 anni
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di Michele Varì
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GENOVA - E' stato condannato a sei anni e otto mesi il tunisino Fahd Chebbi, il secondo presunto aguzzino che nel 2018 nel carcere di Pontedecimo picchiò e tentò di estorcere soldi a Luca Delfino.

Dopo l'ecuadoriano Angelo Eduardo Mero Delgado, condannato a sei anni, il pm Fabrizio Givri aveva chiesto la condanna a otto anni per Chebbi, 32 anni, alla sbarra in un secondo tempo perché per anni era stato irreperibile.

A emettere la sentenza stamane dopo una breve riunione in camera di consiglio è stato il presidente del collegio giudicante Chiara Blanc.

Delfino dopo avere scontato la pena di 16 anni e 8 mesi per l'omicidio dell'ex compagna Antonella Multari commesso nel 2007 a Sanremo, è ora rinchiuso in una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza di Pra' dove potrà uscire solo una perizia psichiatrica che attesterà che non è pericoloso.

Delfino stamane si è presentato in aula scortato dai poliziotti della penitenziaria e, a detta del suo legale Riccardo Lamonaca, si è detto soddisfatto della sentenza.

Non era in aula invece l'indagato, Chebbi, residente a Parma, che avrebbe spiegato al suo legale Massimo Gazzolo di avere avuto problemi logistici per raggiungere Genova.

Tutto cominciò nel 2018 quando Delfino denunciò che due detenuti lo avevano vessato, picchiato, costretto a atti sessuali e a fare la spesa nello spaccio della casa circondariale e a consegnargli tutto.

Chebbi, che oggi è agli arresti con la misura del braccialetto elettronico, nell'ultima udienza era arrivato in tribunale con la compagna italiana con cui convive a Parma.

Il magrebino aveva detto di avere picchiato ma non estorto denaro a Delfino, "l'ho solo preso per il collo e gli ho dato due schiaffi per difendere Montiel, il suo compagno di cella ecuadoriano, un paesano di Delgado molto fragile, Luca era ossessionato da lui, lo sottometteva e non lo faceva neppure venire a giocare a calcio con noi, erano come fidanzato e fidanzata" facendo intendere che fra i due ci fosse un rapporto molto intimo.

Il legale di Delfino Riccardo Lamonaca si era associato alla richiesta del pm, l'avvocato di Chebbi, Massimo Gazzolo invece aveva detto che il suo assistito non aveva commesso un'estorsione ma solo cercato di fare rispettare il codice d'onore nel carcere, chiedendone l'assoluzione.

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