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Cronaca

Il lido gratuito nato sulle ceneri dei Capo Marina era stato presentato come il fiore all'occhiello per i disabili, e invece è difficile da raggiungere e per fare un bagno è necessario fare peripezie
1 minuto e 51 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -La nuova spiaggia libera per disabili di corso Italia che nelle intenzioni del Comune di Genova doveva essere un fiore all'occhiello oltre ad essere stata aperta tardi, a luglio, presenta troppi handicap proprio per chi si muove in carrozzina.

Per i disabili in carrozzina infatti c'è una pseudo corsia d'asfalto che finisce però ad alcuni metri dal mare, fra i grossi sassi della spiaggia: da lì arrivare in acqua è impossibile.

Lo abbiamo constato anche noi provando a spingere sino al mare la speciale carrozzina in dotazione del lido, un'impresa anche se la sedia è vuota, che diventa un pericoloso azzardo in caso di trasporto di un disabile. La soluzione? Realizzare uno scivolo di cemento che arrivi nel mare, come quelli usati per le barche.

E dire che nel presentare la spiaggia senza barriere palazzo Tursi aveva assicurato l'utilizzo di uno speciale veicolo cingolato capace di muoversi su ogni terreno. Ma di quel mezzo sino ad pochi giorni fa nella spiaggia libera dei Capo Marina nessuna traccia.

Un lido fra l'altro con l'ingresso principale di corso Italia chiuso.

Così per andare in spiaggia, come recita un cartello, bisogna raggiungere il civico 20 di corso Italia: lì attraverso un cancelletto si accede a una scalinata che porta sotto la strada e da lì, dopo avere aperto un secondo varco con un pulsante automatico installato apposta, si va nel parcheggio e nella spiaggione libero. L'altra alternativa è transitare da via Forte San Giuliano.


Con la spiaggia ha aperto anche una piccola piscina adiacente gestita da una società privata: ingresso a prezzi popolari, 5 euro, che danno diritto a fare il bagno, ma se ci vuole stendere bisogna affittare un lettino. Sennò per asciugarsi o prendere il sole si deve ripiegare sulla spiaggia.

Nella piscina incontriamo Marco Ciambecchini, storico bagnino dei Capo Marina, lo stabilimento sulle ceneri del quale è nata la spiaggia libera, anche lui deluso dalla nuova spiaggia libera: "Brutto vederla in queste condizioni" dice avvilito.

Fra l'altro gli ultimi gestori dei Capo Marina hanno gettato la spugna quando, due anni fa, lo stabilimento è andato in fiamme per colpa di un misterioso incendio quasi sicuramente doloso. Da lì l'encomiabile decisione del Comune di farlo diventare un lido gratuito.