GENOVA - È stato interrogato per quasi nove ore Salvatore Vetrano, il "re dei surgelati" di Palermo, ritenuto vicino a Cosa Nostra. L'imprenditore, che era stato estradato dalla Spagna nelle scorse settimane, è stato sentito dai pm Giancarlo Vona e Federico Manotti della Dda genovese.
Con lui erano finite in carcere altre quattro persone. Al solo Vetrano è contestata l'aggravante mafiosa. Per gli altri le accuse, a vario titolo sono associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento Iva aggravati dalla transnazionalità.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori delle Fiamme Gialle, l'associazione, attraverso società con sede in Spagna, Portogallo e Italia che avevano come amministratore di fatto e socio occulto Vetrano, avrebbe messo in atto una serie di frodi Iva. In pratica veniva trasferito su 'missing trader' (ditte cioè che omettevano il versamento dell'imposta applicata in fattura) il debito Iva derivato dalle transazioni garantendosi la possibilità di praticare prezzi al di sotto delle normali condizioni di mercato.
Il denaro, provento delle fittizie intestazioni, veniva reimpiegato nelle società estere riconducibili a Vetrano.