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Cronaca

1 minuto e 37 secondi di lettura
di S.I.

GENOVA - Abusava di alcuni minori della parrocchia e dopo gli faceva regali: così un prete del levante genovese è finito agli arresti domiciliari, dopo che la Curia nei giorni scorsi lo aveva sospeso, a seguito di una perquisizione nel suo alloggio. Padre Andrea Melis ha sessant'anni, è originario di Cagliari ma da anni è trapiantato in Liguria. Appartenente all'Ordine dei Padri Scolopi, era direttore della Scuola elementare e della Fondazione Assarotti nel capoluogo ligure, in salita San Bartolomeo degli Armeni ed era presidente di Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie) oltre che parroco della chiesa di Sant'Antonio da Padova a Finale Ligure in provincia di Savona.

Secondo le indagini, coordinate dal pm Federico Panichi, una delle vittime sarebbe un giovane chierichetto di 12 anni. Ci sono poi altre due accuse da parte di due giovani che il sacerdote avrebbe tentato di baciare, dopo aver donato loro una sigaretta elettronica, ma si attendono ulteriori sviluppi investigativi. Per il prete sono scattati gli arresti domiciliari per il primo reato, con le accuse di violenza sessuale su minorenne, prostituzione minorile e tentata violenza aggravata. Nella sua abitazione gli investigatori hanno sequestrato farmaci per la stimolazione sessuale ma anche capi di abbigliamento griffati. Avrebbe fatto anche ricariche sulla Postapay e donato videogiochi alla vittima.

Intanto monsignor Silvio Grilli, coordinatore ufficio comunicazioni sociali dell'Arcidiocesi di Genova, è intervenuto sul caso, commentando: "In merito a quanto riportato su mass media circa l'arresto di Padre Andrea Melis, dei Padri Scolopi, accusato di abusi su minori, si esprime il dolore per i fatti denunciati e la vicinanza a chi ne è stato vittima e ai loro familiari. Quando a suo tempo si è avuto notizia dei fatti poi denunciati, l'Arcidiocesi di Genova, la Diocesi di Savona e l'Ordine Religioso hanno prontamente avviato la procedura canonica prevista in questi casi, informando il competente Dicastero Vaticano. Nei confronti del religioso sono stati presi da tempo i provvedimenti previsti dalla legge canonica e si è collaborato con le forze dell'ordine".