GENOVA – Nel processo con rito immediato che partirà, con la calendarizzazione e la scelta dei testimoni da ammettere, il prossimo 5 novembre, l'ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini dovrà rispondere dell'accusa di corruzione per la consulenza che aveva assegnato, quando ricopriva la carica di amministratore delegato di Iren, a Mauro Vianello, al tempo presidente di Ente Bacini. L'accusa non è certo nuova, essendo parte integrante della maxi inchiesta che ha terremotato la Liguria fin dal primo momento: su Primocanale.it ne parlammo in un articolo “Schlein scarica Vianello” (LEGGI QUI) pubblicato più di due mesi fa (era il 5 giugno ndr).
Quel pezzo non piacque al candidato in pectore del centrosinistra alla prossime regionali, Andrea Orlando, che ci fece notare che Vianello non aveva la tessera del Pd e nessun titolo per rappresentarlo. È anche possibile che il dinamismo di Vianello dentro il Pd sulle questioni portuali (si pensi al fatto che Alessandro Terrile, nominato da Elly Schlein responsabile nazionale trasporti del partito, è amministratore delegato di quello stesso Ente Bacini che Vianello ha presieduto fino al 7 maggio) non sia mai piaciuto a Orlando o ad altri della sua corrente.
Sulla liceità della scelta di Signorini di assegnare a Vianello un incarico si dovrà pronunciare il tribunale nel dibattimento che inizierà in autunno, e su questo è prematuro esprimere un'opinione (anche perché i rapporti tra i comuni proprietari di Iren e il possibile ruolo di Vianello sono più complessi di quanto l'inchiesta non lasci trasparire). Ma sul fatto che l'ex presidente di Ente Bacini sia un manager di spessore, a cui magari affidare un incarico delicato, lo dice senza ambiguità il suo curriculum: nelle riparazioni navali, che negli anni hanno acquisito un'importanza sempre più centrale nelle dinamiche del porto, ha svolto un eccellente lavoro di risanamento e rilancio che gli è stato riconosciuto da tutti.
Oggi l'ente è guidato da un nuovo presidente (visto che Vianello è stato costretto a lasciare a causa dell'interdizione), Daniela Ameri, che già sedeva nel Consiglio di amministrazione, una delle persone più preparate nella comunicazione e nelle pubbliche relazioni nella città di Genova. E naturalmente da Alessandro Terrile, che ha conservato la sua carica di Amministratore delegato e restando responsabile del Pd nazionale dei trasporti.