GENOVA - Non passava inosservato il Beyesian con l'albero più lungo del mondo di proprietà di Mike Lynch che di notte era illuminato a festa, uno yacht che proprio dalla elegante Marina dell'Aeroporto di Genova partiva ogni estate per il tour nel Mediterraneo, come ha fatto anche lo scorso due luglio quando per due notti ha occupato il posto 18 del pontile K riservato alle barche più grandi, dove oggi non c'è nessuno e lo yacht più vicino, come tanti altri, batte bandiera britannica.
Il Beyesian era arrivato in Liguria il primo luglio quando è stato in rada davanti al porticciolo di Arenzano, forse in attesa di un posto libero alla Marina di Sestri Ponente: lì è rimasto all'attracco per due notti, il tempo, si presume, dell'arrivo del proprietario, Lynch, fra le vittime, e degli altri ospiti, che come da prassi sono arrivati a Genova in volo a bordo di un jet privato, poi con un'auto hanno raggiunto la barca alla Marina, pronti a levare l'ancora. Dopo due notti il Beyesian si è fermato in rada davanti a Portofino, che, contrariamente ad Arenzano, è una delle mete fisse e preferite dei diportisti miliardari.
Alla Marina di Sestri la tragedia di Porticello ha colpito tutti e tutti si sono fatti un'idea che però si tengono dentro. Fra i negozi, la pizzeria, i ristoranti e l'ufficio di ricezione dei diportisti, lontano dalle telecamere, più o meno tutti precisano che nessuna nave è inaffondabile ma che la tragedia che si è consumata in Sicilia è davvero molto strana, piena di punti interrogativi. "Si dice che la deriva, la parte sottostante della barca che bilancia il peso del lungo albero fosse stata ritratta, un errore macroscopico visto che stava arrivando una tromba d'aria" dicono tutti.
Giusi, la responsabile dell'Ufficio accoglienza della Marina, sottolinea la grande professionalità e amicizia con Stephen Edwuard, lo storico comandante della Beyesian che vive alle Baleari e ama Genova, il nuovo comandante finito nella lista degli indagati? "Non lo conosco, ma è evidente la sua posizione è molto delicata, come precisa anche mio marito, che di professione anche lui fa il comandante". Insomma si pensa all'errore umano, ma fra le banchine di Sestri Ponente nessun va aldilà accreditando le tesi più fantasiose come il complotto dell'equipaggio che avrebbe colto al volo l'occasione della tromba marina per uccidere l'armatore e altri vip a bordo della barca. Una dipendente di un negozio si lascia sfuggire solo un amaro, "se fossero rimasti qui oggi sarebbero ancora tutti vivi". E invece quella che doveva essere una vacanza da sogno nei mari del Mediterreano per le 22 persone a bordo dello yacht si è trasformata in una tragedia scatenata alle 5 del mattino del 19 agosto quando l'imbarcazione si è inabissata nel golfo di Palermo. Il bilancio è di 7 morti e 15 sopravvissuti. Lo skipper del veliero Cutfield è stato il primo dell'equipaggio a finire sotto indagine per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.