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Cronaca

Una raccolta di fondi fra la gente del centro storico per aiutare il ragazzo sulla sedia a rotelle che ha improvvisamente perso il papà, l'unico che gli garantiva di non rimanere prigioniero nella sua casa al primo piano di via del Campo
2 minuti e 18 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA - Nelson ha sempre un bellissimo sorriso nonostante dalla nascita sia costretto su una carrozzina, Nelson sorride perché ha tanti amici, una mamma, Rosemary, e, sino a pochi giorni fa aveva un papà, Paolo, forte e con un grande cuore.

Papà Paolo da quando era in pensione ogni giorno spingeva la carrozzina di Nelson per fargli vivere una vita come gli altri ragazzi: accompagnarlo a scuola, a spasso nei vicoli, e pure allo stadio, a Marassi, a vedere il Genoa, il grande amore di Nelson.

Ma la vita sa essere crudele: Paolo nei giorni scorsi è morto all'improvviso nella sua casa di via del Campo. L'ha scoperto Rosemary. Nelson lo ha appreso drammaticamente al rientro in piena notte da un vacanza con gli "angeli" di Sant'Egidio della Scuola della Pace.

Nelson ha pianto e si è disperato per tutta la notte e ora sta cercando di superare insieme alla mamma lo choc del lutto. Ma la scomparsa del papà priva il figlio della possibilità di uscire di casa perché la loro casa, acquistata con un mutuo ancora da finire di pagare, è al primo piano e nel piccolo ascensore dell'edificio la carrozzina non entra. Unica alternativa è un mezzo speciale, un elevatore ottenuto dalla Asl, che permette a Nelson di raggiungere e uscire da casa. Per riuscirci però deve essere aiutato da braccia robuste, come quelle del papà, che però ora non c'è più. Negli anni passati ad aiutare Paolo quando lui non stava bene sono stati alcuni amici dei vicoli, che coordinandosi con una chat aiutavano Nelson ad uscire e rientrare in casa.

Amici che dopo l'improvvisa morte di Paolo sono tornati a mobilitarsi in modo spontaneo per stare vicini a Nelson e la mamma Rosemary, una famiglia con il futuro ora costellato di incognite anche dal punto di vista economico.
Per questo gli amici e la comunità di Sant'Egidio si sono mobilitati per sostenerla: per i funerali e per garantire che Nelson possa essere aiutato a non rimanere prigioniero nella sua casa.

La raccolta di fondi per aiutare Nelson che fa capo ad Alberto, il libraio delle bancarelle di piazza Banchi, è il primo passo, ma tutti nel grande paese dei vicoli ora lanciano un appello ai servizio sociali a prendersi carico di una famiglia in gravi difficoltà che sino ad oggi è riuscita a stare a galla solo con la bellissima solidarietà, quella spontanea degli amici, e quella organizzata della comunità di Sant'Egidio.

Una delle poche certezze e che domani mattina alle 815 nella chiesa dell'Annunziata al fianco di Nelson e della mamma ci sarà una marea di gente, ma per il dopo, per il giorno dopo, serve un aiuto sostanziale e strutturato, che non può che partire dalle istituzioni, dal Comune e dai servizi della Asl3. Nelson ora ha bisogno di loro.

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