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Cronaca

Anche il questore Burdese nella parrocchia dell'Assunta di piazza Baracca per l'ultimo saluto a Marco Parodi, stroncato da un tumore a 57 anni. L'ultimo suo desiderio: l'abbraccio con i ragazzi del suo turno con addosso la divisa, per lui una seconda pelle
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di Michele Varì

GENOVA -Una mare di divise della polizia di stato ha inondato e bloccato il cuore di Sestri Ponente, la parrocchia dell'Assunta di piazza Baracca, per l'ultimo saluto a Marco Parodi, esperto ispettore, uno dei "vecchi" delle volanti stroncato a 57 anni da un tumore molto aggressivo scoperto tardi e che non gli ha dato scampo.

Parodi, carattere molto riservato e spigoloso ma assai generoso e professionale, dapprima non voleva che i colleghi andassero a trovarlo, a casa e in ospedale, ma con il passare dei giorni e delle settimane davanti al commovente via vai di divise, soprattutto dei più giovani, e non solo quelli del suo turno, il "quinto", ma di tutti, si è arreso ed apparso sollevato, come se ad ogni visita ritrovasse una manciata di vita e dimenticasse quella maledetta malattia. Squarci di luce in un tunnel buio. Anche i medici dell'Ist, dove è stato ricoverato, si sono sorpresi dalle tante volanti davanti al reparto, il fiume di poliziotti in divisa che sbucavano ad ogni ora nel corridoio, gentili e silenziosi, tutti lì per Marco, per una battuta, un sorriso, un abbraccio, una promessa, anche quando si sa che non si può mantenere.

Lo stesso flusso di affetto che ieri ha riempito la chiesa di piazza Baracca, come a sommergere la moglie di Marco, colleghi, giovani poliziotti, gli amici che con l'ispettore condividevano la passione per le auto d'epoca, un vero amore per lui, tanto che la mamma alla fine della funzione ha seguito il feretro a bordo della vecchia Panda ritoccata dal figlio, come a non lasciarlo mai.

"Marco non sparirà dal vostro cuore", ha detto don Stefano dal pulpito, e le sue parole nella grande chiesa sono echeggiate fra i tanti poliziotti immobili con il viso ancora da bambino, gli allievi di Marco che quando si è accorto di avere poco tempo aveva ammesso che all'ultimo saluto gli sarebbe piaciuto vedere i suoi ragazzi vestiti in divisa, con addosso l'uniforme che lui, prima alla Polstrada, poi alle volanti, si sentiva come cucita addosso.

Era ispido ma molto professionale Marco, tanto che quando su un intervento trovata il cronista che sta scrivendo questo articolo, pur conoscendolo perfettamente e pur avendo con lui un rapporto di reciproca stima, non gli rivelava mai nessun particolare di quanto era accaduto, "lo sai che non ti dico niente, chiedi ai superiori, io non posso parlare" mi liquidava, ma sempre con un sorriso, quasi dispiaciuto dalla sua eccessiva riservatezza fuori moda.

Ma era fatto così l'esile Parodi, un cognome assai comune ma un carattere molto singolare, particolare.
Amava insegnare ai più giovani, lui che già annusava la pensione, che per i poliziotti scatta a 60 anni e non fa deroghe, quando c'era un problema si sbatteva più di tutti per risolverlo, per aiutare un cittadino, ad interpretare una norma, ma anche per aiutare manualmente chi era in difficoltà, perchè sapeva fare un po' di tutto Marco, eppoi era un grande esperto di armi, una conoscenza che indossando una divisa della polizia tornava utile molto spesso.

"Marco ora non c'è più ma rimane dentro di voi" ha rimarcato il parroco dal pulpito osservano e cercando di consolare la mamma, la moglie di Marco e le tante divise, compreso quella di Maria Teresa Canessa, il dirigente della grande famiglia delle volanti, una gruppo di amici veri più che colleghi, perchè quando passi fianco a fianco interminabili notti a caccia di criminali o ti infili in locali bui o accorri per una rapina, al freddo, al gelo, al caldo, fra un caffè e una sigaretta, quelle maledette sigarette che a Marco purtroppo non bastavano mai... dopo quei turni a coprirsi le spalle chi sta al tuo fianco diventa molto più che un collega.

Per questo in chiesa e poi nel picchetto d'onore delle divise all'uscita del feretro il volto di Maria Teresa Canessa era emaciato e gli occhi tristi, come chi ha perso un fratello maggiore. Al suo fianco in chiesa, defilata, silenziosa, anche il questore Silvia Burdese, che ha voluto esserci, proprio come ha fatto simbolicamente Sestri Ponente bloccandosi al rintocco delle campane all'uscita del feretro, per l'ultimo saluto e dire grazie a quell'ispettore spigoloso che la divisa della polizia ce l'aveva cucita addosso.

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