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Cronaca

L'avvocato che difende Bregante, Sara Bellomo, ha chiesto gli arresti domiciliari in una struttura dove poter continuare le cure, oltre a una perizia psichiatrica atta a comprendere il raptus che ha portato il comandante di lungo corso a sparare alla moglie
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di Redazione

CHIAVARI - Una vera e propria folla ha presenziato al funerale di Cristina Marini, 72 anni, uccisa giovedì scorso dal marito Gian Paolo Bregante.

I funerali si sono svolti nella chiesa di Santa Maria di Nazareth, a Chiavari. Nei manifesti funebri il figlio della coppia ha voluto che comparisse anche il nome del padre che ha ucciso la donna, che era in preda alla depressione.

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Il malessere degli ultimi anni di Gian Paolo Bregante sarebbe ampiamente documentato nell'interrogatorio di convalida dell'arresto da parte del giudice Giorgio Morando, che ripercorre la drammatica situazione famigliare con il marito più volte operato e malato di cuore e la moglie, che da anni non voleva più assumere farmaci antidepressivi.

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L'avvocato che difende Bregante, Sara Bellomo, ha chiesto gli arresti domiciliari in una struttura dove poter continuare le cure, oltre a una perizia psichiatrica atta a comprendere il raptus che ha portato il comandante di lungo corso a sparare alla moglie.