VENTIMIGLIA - L'ennesimo episodio di violenza accaduto a Ventimiglia, in zona Gianchette (quartiere balzato più volte agli onori delle cronache , anche nazionali, percè diventato un rifugio a cielo aperto di migranti) il cui bilancio è stato di un ferito, grave, d'arma da taglio ha gettato per l'ennesima volta i residenti nello sconforto e nella paura.
"Cerchiamo di stare nelle nostre case - ha dichiarato un commerciante - senza intervenire e farci vedere perché abbiamo paura. E' da tempo, ormai, che facciamo questa vita qua, anche nel lavoro ho avuto dei problemi perché la gente qui, non esce volentieri. Non si esce più, non si fa più niente. Il giorno più 'caotico' è la domenica dalle 12.00 sino alla sera, in settimana dipende. Dipende da quanto hanno bevuto".
"Negli ultimi tempi - prosegue - grazie ai presidi e al costante passaggio delle forze dell'ordine qualcosa è migliorato ma le risse e i disordini ci sono comunque".
"Ci sentiamo abbandonati - si sfoga una signora - succede sempre qualcosa, ogni giorno, ogni sera. Io abito in una zona abbastanza silenziosa, la notte dormo ma quando esco di casa trovo i 'residui' di quanto accaduto di notte. La sera? Non uscirei mai da sola".
"Si ubriacano - aggiunge un secondo commerciante - si picchiano tra di loro, spacciano, si drogano. Vorrei che i politici, quelli che vanno in televisione a parlare di immigrazione e accoglienza venissero qui a Ventimiglia per capire com'è la situazione. Quella vera. Io sono buono, io do loro un pezzo di pane, qualcosa da mangiare, carico i loro telefoni però è il sistema che non va bene. Il fiume Roja è un accampamento, c'è sporcizia e ora, che si avvicina l'inverno, questi ragazzi come fanno a vivere così? Accogliamo, accogliamo, accogliamo chi? Dove li mettiamo quando arrivano? Allo sbando. Naturalmente qui c'è prostituzione, droga e violenza."