La procura di Genova ha richiesto il giudizio immediato per il processo a carico di Gabriele Puleo e il suo sodalizio criminale, in tutto una ventina di persone arrestato nell'aprile del 2024. Secondo le accuse, Puleo gestiva un traffico internazionale di stupefacenti dal carcere di Marassi da dove acquistava cocaina dal Sudamerica e armi, anche da guerra, utilizzando una serie di cellulari criptati.
L'associazione a delinquere
Sei degli arrestati sono accusati di far parte di un'associazione a delinquere attiva dal 2014 a Genova, nonché in Panama, Colombia e Venezuela, con l'obiettivo di importare grandi quantità di cocaina dall'America Latina. La droga veniva caricata su navi dirette al porto di Genova e, una volta recuperata con la complicità illecita di alcuni lavoratori portuali, veniva rivenduta. Il gruppo si occupava anche di recuperare carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, ricevendo una commissione di circa il 20% sul valore del carico.
Il traffico illegale gestito dal carcere
Gabriele Puleo era a capo dell'associazione, che si avvaleva di una vasta rete di contatti con gruppi di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto nel 2015, avvenuto in seguito al sequestro di quasi 148 chilogrammi di cocaina mentre collaborava con il latitante Giuseppe Bellocco, Puleo continuava a comunicare con i suoi complici, tra cui Marco Cuoco e Vincenzo Puleo, utilizzando criptofonini e sistemi di comunicazione crittografati. Grazie a questi strumenti, organizzava e finanziava l'importazione di nuovi carichi di droga provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, destinati all'Italia attraverso il porto di Genova, l'aeroporto di Parigi e l'aeroporto di Amsterdam. I pagamenti per la sostanza stupefacente venivano effettuati tramite un intermediario in Italia scelto dai fornitori, utilizzando canali extrabancari e fornendo ricevute agli acquirenti.
I telefonini criptati
Nonostante fosse in carcere, Puleo riusciva a comunicare con i suoi complici tramite sei smartphone, di cui quattro criptati (utilizzando i sistemi Encrochat, SkyEcc, Noi .BC e Matrix). Questi dispositivi gli permettevano di discutere riguardo a quantità, qualità, prezzo e modalità di spedizione di ingenti carichi di droga. Le autorità francesi, in particolare le procure di Parigi e Lille, hanno scoperto queste chat criptate dopo anni di indagini sui gruppi criminali che utilizzavano tali sistemi. Hanno decriptato decine di migliaia di messaggi su EncroChat e SkyEcc, che sono stati successivamente inviati alle autorità competenti, tra cui la DDA di Genova, grazie alla collaborazione di Eurojust. In aggiunta ai telefoni criptati, Puleo gestiva l'organizzazione anche attraverso bigliettini con messaggi cifrati che consegnava al padre durante i colloqui in carcere.
I carichi di droga
Agli indagati sono attribuiti nove episodi di importazione di cocaina proveniente da Colombia, Repubblica Dominicana e Panama, per un totale di 670 chilogrammi e un valore di circa 25 milioni di euro. Inoltre, sono contestati 38 episodi di detenzione e cessione di droga, due dei quali presentano l'aggravante prevista dall'articolo 416 bis.1 del codice penale, in particolare per il fine di favorire l'attività della cosca di 'ndrangheta Bellocco. Queste azioni sono state realizzate sia da membri dell'organizzazione che da altri individui che, a loro volta, distribuivano vari tipi di stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana) alle rispettive reti di spaccio.
Le armi da guerra sequestrate
Viene anche contestata la detenzione di varie armi, anche da guerra. Due pistole a tamburo Smith & Wesson modello 686 calibro 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava modello M56 calibro 7,62x25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava modello M70 calibro 7,62x39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov), pistole semiautomatiche Beretta calibro 9, un revolver Smith & Wesson calibro 38SP, pistole Colt modello 1911 calibro 45, ACP e Beretta modello 70 calibro 7,65. I reati contestati sono stati commessi in un arco temporale che va da settembre 2014 a dicembre 2022. Su richiesta della Direzione distrettuale antimafia sono stati sequestrati beni riconducibili all’indagato Cuoco: quote nominali di una società, una polizza assicurativa, due veicoli, un conto corrente e un anello in oro bianco con diamante. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale documentale, dispositivi informatici, armi bianche e una pistola semiautomatica.