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Cronaca

Nei prossimi giorni verrà fissato l’incidente probatorio per il prelievo del Dna
1 minuto e 15 secondi di lettura
di Annissa Defilippi

Come atteso, non si è presentato davanti al pubblico ministero Patrizia Petruzziello Fortunato Verduci, il carrozziere 65enne accusato dalla Procura di essere l'omicida di Luigia Borrelli. È il 5 settembre 1995 nei vicoli di Genova quando si consuma l'orrore: la 42enne ex infermiera conosciuta nel centro storico anche come Antonella, viene trovata morta in un basso in vico degli Indoratori. La donna costretta dai debiti lasciati dal marito defunto inizia a lavorare come sex worker. In quella notte maledetta, Borrelli viene brutalmente assassinata. Il delitto del trapano prende il nome dall'utensile usato per ucciderla. Dopo 29 anni c'è un'indagato che la Procura ha individuato tramite il Dna trovato sulla scena del crimine, una macchia di sangue trovata sull'interruttore dell'alloggio e comparata grazie alle nuove analisi effettuate con le più recenti tecnologie e alla recente banca dati che consente di prelevarlo ai detenuti. Il profilo genetico ha mostrato una corrispondenza con quello di un parente lontano, attualmente detenuto nel carcere di Brescia. Da questa informazione, incrociando diversi dati, gli investigatori hanno identificato il codice genetico che, secondo l'accusa, appartiene all'assassino di Luigia Borrelli. La procura aveva richiesto l'arresto dell'indagato, ma sia il giudice per le indagini preliminari che il tribunale del riesame hanno rifiutato la richiesta, pur confermando la solidità delle prove raccolte. Verduci ha comunicato tramite i suoi legali, gli avvocati Nicola Scodnik e Giovanni Ricco, che si avvaleva della facoltà di non rispondere. È invece ancora da fissare l'incidente probatorio per il prelievo del Dna per compararlo con le tracce biologiche che erano state repertate ai tempi.

 

 

 

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