Genova - Nell'ambito del processo su tesi ed esami copiate a Economia (ascolta qui), l'Università di Genova si è costituita parte civile per essere risarcita dagli studenti copioni. Si tratta di 26 universitari accusati di aver ricevuto via WhatsApp risposte a pagamento da un prof di liceo e di essersi fatti scrivere le tesine nelle materie più ostiche. Le indagini erano partite dalla guardia di Finanza a marzo dell'anno scorso. Tra i giovani a giudizio anche i figli di alcune importanti famiglie genovesi, imprenditori e manager, dirigenti pubblici e politici. Secondo quanto ricostruito dalla procura l'insegnante da casa sua suggeriva via telematica alcune risposte d'esame agli studenti. In più, scriveva loro le tesine alla fine del ciclo triennale per 35 euro all'ora. I finanzieri avevano trovato il professore a casa sua, cellulare in mano, mentre suggeriva ai propri ragazzi le risposte degli esami. Fra questi Ragioneria, Statistica, Economia della Mobilità Urbana, Politica Economica e Finanziaria. Nel frattempo un militare si era "infiltrato" in una sessione d'esame, e aveva avuto la conferma di come stavano andando davvero le cose. Gli episodi contestati sono avvenuti fra il 2018 e il 2019. Alcuni studenti potrebbero chiudere il processo con una messa alla prova.
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