GENOVA - Quella di oggi sarà una giornata chiave per il processo Morandi, dato che a parlare saranno gli avvocati difensori degli imputati. Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime del crollo del ponte, intervistato da Primocanale ha dichiarato che non si aspetta "nulla di decente da parte loro. Pochi hanno voluto collaborare con la giustizia, tanti hanno voluto preservare questo silenzio omertoso, hanno anzi cercato di bloccare la giustizia ed eludere la verità, coordinandosi tra di loro per dare risposte che li salvaguardassero. Stiamo parlando di criminali che non solo dopo ma anche prima della tragedia agivano in modo arrogante e mettevano in pericolo chiunque".
"Queste persone - prosegue - hanno agito in una maniera terribile nei confronti della società, uccidendo 43 persone e mettendo in pericolo la vita di centinaia di migliaia. Abbiamo potuto osservare la situazione da tante prospettive diverse e tutte ci fanno vedere come queste persone siano responsabili".
Per difendere i loro assistiti gli avvocati potrebbero dire cose che fanno male ai familiari, cosa si aspetta?
"Sono pronto. Stiamo parlando di sicari. Persone prive di scrupoli, grazie alle stesse carte si può capire che la politica messa in atto da Aspi e da Spea era suicida. Hanno messo in pericolo anche i loro dipendenti, non hanno mai rispettato la vita di nessuno. Sono persone che faranno di tutto per salvarsi, hanno creato un attentato a livello nazionale che rimarrà nella storia d'Italia. La situazione va osservata nel dettaglio ma anche così i responsabili sono loro".
All'udienza sarà presente anche Paolo Robotti, fratello di Alessandro, morto insieme alla moglie mentre stava tornando dal mare: "Ho scritto una lettera a Primocanale per dare un monito a tutti, anche a me stesso. Inizieranno a parlare gli avvocati della difesa e il processo entrerà nel vivo. Sarà ancora più pesante per noi ma sarà ancora più importante la nostra presenza. Non abbassiamo la guardia".
"Sentir parlare i Pm è stato sconvolgente per il quadro che hanno dipinto - racconta Robotti - però credo che con i legali della difesa sarà ancora più difficile. Credo che cercheranno di trovare ogni genere di scappatoia nonostante la situazione sembri compromessa".
Poi il ricordo di suo fratello Alessandro: "Era una persona normale che tornava dal mare insieme a sua moglie. Ha trovato la morte in una maniera assurda. Non è stato un incidente ma il risultato dell'incuria durata oltre vent'anni, fatta sulle spalle e sulla vita delle persone che passavano sul ponte tutti i giorni.