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Cronaca

Domani rima riunione per capire se si poteva prevenire il crollo e se la corrosione della pila è arrivata dall'esterno per la mancata manutenzione o causata dal difetto di costruzione. Si decide anche il calendario delle dichiarazioni spontanee degli accusati
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di Michele Varì
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GENOVA - Parte martedì 15 ottobre nella tensostruttura del tribunale di Genova il confronto fra i periti del tribunale e i consulenti degli imputati del processo Morandi che in sede di perizia integrativa dovranno dare una risposta ai quesiti posti dai giudici Lepri, Polidori e Baldini, i quali in vista della sentenza vogliono capire se si poteva prevenire il crollo e se la corrosione della pila 9, da cui è originato il distacco, è arrivata dall'esterno per la mancata manutenzione o causata dal difetto di costruzione scoperto proprio in sede di incidente probatorio.



L'udienza servirà anche per stabilire un eventuale calendario delle dichiarazioni spontanee di 22 dei 58 imputati che hanno preannunciato la volontà di farle, anche se per ora pare che tutti siano intenzionati a a parlare solo dopo il responso dell'integrazione di perizia.

La prima fase del confronto fra i tecnici sarà documentale, sul materiale già oggetto dei due incidenti probatori, ma non si esclude che i periti non possano anche richiedere delucidazioni a testimoni e agli imputati.

I pm Terrile, Cotugno e Airoldi sottolineano che il crollo è avvenuto per il cedimento dell'unica pila, la 9, che  fra il "91 e il '93 non era stata rinforzata come invece era accaduto per le pile gemelle 10 e 11.

La difesa afferma che le prove riflettometriche - ritenute non affidabili dall'accusa  - garantivano che la 9 era sicura sino al 2030 e che in realtà non fosse così è stato scoperto solo dopo la tragedia quando durante gli incidenti probatori si è accertato per la prima volta un difetto di costruzione al vertice della 9.

Un buco a dire della difesa che non si poteva scoprire perché molto in profondità e nascosto dai costruttori, un vizio che invece per l'accusa si è aggravato e non è mai stato scoperto per la mancata manutenzione che ha consentito infiltrazioni dall'esterno e la corrosione degli stralli di acciaio annegati nel calcestruzzo.

Il verdetto sulla tragedia del Morandi che il 14 agosto del 2018 ha provocato la morte di 43 persone sarà inevitabilmente legato all'esito dell'integrazione di perizia richiesta dai giudici.