GENOVA -Il problema dei tanti minori stranieri non accompagnati presenti a Genova che commettono reati rischia di deflagrare: dopo le indagini avviate dalla polizia e dai carabinieri per alcune rapine e violenze commesse dai giovani migranti fra Brignole e altri quartieri, nella serata di oggi, 21 febbraio, la tensione è salita alle stelle a Oregina, nell'ex ostello della Gioventù di via Costanzi dove sono alloggiate alcune decine di minori stranieri.
L'allarme è stato lanciato dai responsabili del centro: poi nella struttura sono giunti i poliziotti delle volanti che hanno avviato le indagini per ricostruire l'accaduto e identificare gli autori dell'irruzione.
Prima è stata segnalata un'irruzione nella struttura di ragazzi italiani, fra cui alcuni con il volto coperto da passamontagna, quindi alcuni dei ragazzi ospitati nel centro sarebbero usciti alla ricerca dei presunti aggressori. A fare diminuire la tensione sono stati gli educatori presenti nel centro.
Gli abitanti di Oregina protestano da mesi per l'elevato numero di ragazzi ospitati nell'ex Ostello.
Sempre in tema di minori stranieri non accompagnati nei giorni scorsi Primocanale ha svelato delle indagini avviate dalla polizia per identificare la banda di ragazzini ritenuta responsabile di una serie di rapine in danno di coetanei o adolescenti.
I minori stranieri non accompagnati sono ragazzini arrivati clandestinamente in Italia senza genitori e per questo, come prevedono le normative, ospiti di alberghi e di centri di accoglienza gestiti dai servizi sociali del Comune di Genova, fra cui appunto l'ex ostello di via Costanzi.
Grazie allo sforzo personale degli educatori e degli insegnanti molti ragazzi riescono a costruirsi un futuro, ma una minoranza finisce in strada, facendo uso di droghe, abusando di alcolici e per permettersi le sostanze di cui sono dipendenti si trasformano in ladri o rapinatori o vendono il loro corpo ai giardini di Brignole.
La baby gang finita nel mirino degli inquirenti colpisce soprattutto nelle zone del centro città, fra Brignole, piazza Ferrari e centro storico.
Ma colpi sono stati commessi anche in altri quartieri, alla Fiumara di Sampierdarena, punto di ritrovo della banda, a Nervi, San Fruttuoso e Sestri Ponente. Vittime preferite sono i coetanei, minori, ma anche ragazzi più grandi o adulti su cui i rapinatori hanno la meglio grazie all'effetto branco, accerchiandoli, picchiandoli e minacciandoli.
L'obiettivo dei rapinatori in erba è appropriarsi dei soldi nel portafoglio delle vittime, le paghette, pochi euro, e lo smartphone, ma ci sono stati casi in cui si sono impossessati degli abiti griffati o delle scarpe alla moda.
Alcune vittime, ragazzi, a volte adolescenti sotto i 14 anni, sono tornati a casa seminudi o scalzi. Umiliati e scioccati. Le indagini sulla banda sono state avviate da polizia e carabinieri intervenuti dopo le rapine o a cui sono state presentate le denunce dalle vittime. In passato alcuni componenti delle gang sono stati identificati e denunciati. Ma è servito poco. I colpi sono proseguiti.
I "minori non accompagnati" in quanto minori non possono essere espulsi e hanno diritto all'accoglienza in strutture sino al compimento della maggiore età. Spesso si presentano in questura o nelle caserme dei carabinieri con la valigia in mano. In passato erano perlopiù albanesi, negli ultimi anni invece sono soprattutto magrebini, tanti gli egiziani.
Un flusso di ragazzi gestito da organizzazioni criminali che dietro lauti compensi promettono alle famiglie un futuro migliore in Italia per i figli, spesso è così, ma altre volte questi ragazzi al diciottesimo anno di età si ritrovano in strada o peggio in galera per scontare i reati commessi da adolescenti.
I centri di accoglienza dei servizi sociali per mancanza di fondi e di personale non riescono a garantire una vera assistenza e integrazione e si rivelano dormitori in cui il minore al di là della scuola è abbandonato a sé stesso.
Una delle ultime rapine della baby gang è stata commessa fra via San Vincenzo e via Fiume, a Brignole: due ragazzi hanno assalito e ferito un coetaneo poi finito in ospedale.