GENOVA - Alla domanda sul perché da sindaco non ha mai seguito l'esempio degli altri primi cittadini di Genova non concedendo il patrocinio del Comune al Liguria Pride del movimento Lgbt in diretta su Primocanale Marco Bucci risponde in modo generico, da politico, dicendo "comunque garantisco la tutela di tutti i diritti civili".
Ma appena si spengono le telecamere, incalzato dal cronista, Bucci ammette: "Non ho mai concesso il patrocinio perché non me l'hanno più chiesto, lo fecero solo una volta e poi basta...".
Quella del primo cittadino candidato a presidente della Regione, però, a dire di Laura Guidetti di Liguria Raimbow, è una mezza verità: "E' vero che chiedemmo solo una volta il patrocinio a Bucci per il Liguria Pride, ma il motivo di queste nostre rinunce è nel fatto che più volte il sindaco ci ha chiuso le porte in faccia e offeso".
Guidetti poi fa la cronistoria del rapporto complicato del primo cittadino con il loro movimento, una storia che parte dal 2017 quando Bucci si insediò a Tursi per la prima volta: "Ci disse subito che lui a differenza del suo predecessore Marco Doria il patrocinio non lo avrebbe dato...".
Poi ci fu il primo incontro in consiglio comunale: "Nella conferenza dei capigruppo dopo la sua elezione davanti alle sue titubanze gli chiedemmo se avesse paura di duecento commenti su Facebook - ricostruisce Guidetti - lui ci rispose "chapeau" e si girò dicendo "tanto vado avanti lo stesso", come a dire che avevamo indovinato. Una risposta imbarazzante, perché significava che erano più importanti i commenti sui social dei nostri diritti".
Non solo, come ricostruisce ancora Guidetti, alla vigilia del Pride a Bucci sfuggì un'altra frase infelice "Se vi comportate bene al prossimo anno ve lo possiamo dare…". "Frase terribile - conferma Guidetti - e poi Bucci trovò il tempo di bollare il nostro movimento come "offensivo e divisivo", tanto che al pride sul primo carro colorato della parata scrivemmo la nostra risposta provocatoria "Siamo offensivi e divisivi", e da allora, questo è vero, non chiedemmo mai più il patrocinio al sindaco Bucci".
Ma appena si spengono le telecamere, incalzato dal cronista, Bucci ammette: "Non ho mai concesso il patrocinio perché non me l'hanno più chiesto, lo fecero solo una volta e poi basta...".
Quella del primo cittadino candidato a presidente della Regione, però, a dire di Laura Guidetti di Liguria Raimbow, è una mezza verità: "E' vero che chiedemmo solo una volta il patrocinio a Bucci per il Liguria Pride, ma il motivo di queste nostre rinunce è nel fatto che più volte il sindaco ci ha chiuso le porte in faccia e offeso".
Guidetti poi fa la cronistoria del rapporto complicato del primo cittadino con il loro movimento, una storia che parte dal 2017 quando Bucci si insediò a Tursi per la prima volta: "Ci disse subito che lui a differenza del suo predecessore Marco Doria il patrocinio non lo avrebbe dato...".
Poi ci fu il primo incontro in consiglio comunale: "Nella conferenza dei capigruppo dopo la sua elezione davanti alle sue titubanze gli chiedemmo se avesse paura di duecento commenti su Facebook - ricostruisce Guidetti - lui ci rispose "chapeau" e si girò dicendo "tanto vado avanti lo stesso", come a dire che avevamo indovinato. Una risposta imbarazzante, perché significava che erano più importanti i commenti sui social dei nostri diritti".
Non solo, come ricostruisce ancora Guidetti, alla vigilia del Pride a Bucci sfuggì un'altra frase infelice "Se vi comportate bene al prossimo anno ve lo possiamo dare…". "Frase terribile - conferma Guidetti - e poi Bucci trovò il tempo di bollare il nostro movimento come "offensivo e divisivo", tanto che al pride sul primo carro colorato della parata scrivemmo la nostra risposta provocatoria "Siamo offensivi e divisivi", e da allora, questo è vero, non chiedemmo mai più il patrocinio al sindaco Bucci".