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Cronaca

Erano circa 50 gli studenti in piazza Sarzano per una assemblea pubblica, un'idea nata per ribadire l’importanza "di un cambiamento radicale contro ogni tipo di violenza, discriminazioni e discutere di molestie"
2 minuti e 45 secondi di lettura
di Chiara Orru'

GENOVA - È solo la punta dell'iceberg. Non sarebbe la prima volta che un professore del dipartimento di Architettura avrebbe intrattenuto rapporti inappropriati con alcune studentesse: arriva dopo 13 anni la denuncia anonima di una giovane nel Google form realizzato dall'organizzazione giovanile Cambiare Rotta dopo l'indagine aperta nei confronti di un docente accusato di "spogliare" le foto delle sue studentesse con l'intelligenza artificiale per poi farle girare in delle chat erotiche.

Professore di architettura "spogliava" le studentesse con l'Ai: indagato e sospeso

L'assemblea organizzata da Cambiare Rotta

Erano circa 50 gli studenti che questa mattina in piazza Sarzano si sono riuniti per una assemblea pubblica, un'idea nata per ribadire l’importanza "di un cambiamento radicale contro ogni tipo di violenza, discriminazioni e discutere di molestie - spiega ai microfoni di Primocanale Veronica Rossi di Cambiare Rotta -. Per trovare un punto d'incontro, di dialogo e far emergere quello che andrebbe avanti da anni". Secondo il racconto di alcune studentesse non sarebbe infatti il primo e solo caso in facoltà.

Spogliava le studentesse con l'Ai: indagato e sospeso dal rettore. Il caso

Intanto il docente accusato di raccogliere dai profili social delle giovani per poi essere alterate in contenuti pornografici e condivise su una chat di Telegram è stato subito sospeso. Le indagini della polizia postale sono state avviate il 1 ottobre, in seguito a una denuncia presentata dal rettore dell'università, Federico Delfino, che era venuto a conoscenza della situazione compromettente. Dieci giorni dopo, gli agenti hanno effettuato una perquisizione sia nell'ufficio del docente che nella sua abitazione.

Il Google form per denunciare

In occasione dell'assemblea, riservata a studenti e studentesse, è stato creato un modulo online per permettere a tutti di condividere, in forma anonima, le proprie testimonianze di molestie e violenze subite o anche situazioni di disagio. Ed è stato proprio questo il modo in cui è arrivata la segnalazione di un altro caso, risalente a tredici anni fa, all'interno del Dipartimento.  

Gli strumenti di UniGe per confrontarsi e denunciare 

È importante sottolineare che l'Università di Genova, attraverso il Comitato per le pari Opportunità, invita studenti e studentesse a denunciare qualsiasi tipo di comportamento ritenuto non appropriato da parte di professori ma anche colleghi universitari. L'ateneo ha accolto la campagna di UniTrento #finiscequi, per rifiutare ogni affermazione lesiva basata su genere, etnia, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità, età, religione. Una serie di manifesti nelle sedi dell'Ateneo e sui social che riportano frasi comuni, che ad una prima lettura appaiono neutre e inoffensive, ma che contestualizzate e specificate svelano discriminazioni, esclusioni, molestie. Frasi che possono causare disagio, escludere, discriminare, emarginare.

L’Università è una comunità, un’istituzione vocata alla formazione delle nuove generazioni, alla ricerca, alla conoscenza e al benessere lavorativo, un luogo in cui il contrasto ad ogni forma di discriminazione, il rispetto delle differenze e l’accoglienza devono trovare casa. UniGe condanna le molestie, le discriminazioni e le esclusioni ed è al fianco di chi le ha subite e le subisce. L’Ateneo invita a rivolgersi alla figura della Consulente di fiducia, al Comitato per le pari opportunità o al Comitato Unico di Garanzia per eventuali segnalazioni o semplicemente per un confronto.

A partire dal settembre 2024 saranno affissi manifesti e distribuiti segnalibri in tutte le sedi UniGe con le diverse frasi provocatoriamente discriminanti, perchè la discriminazione in UniGe #finiscequi.

 

 

 
 
 
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