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Cronaca

1 minuto e 3 secondi di lettura
di Annissa Defilippi

"Mi è scoppiato il cuore e non è facile neanche parlarne, avevo il terrore oggi". Sono le prime parole della criminologa Antonella Delfino Pesce alla notizia della decisione del tribunale di Genova di mandare a processo Annalucia Cecere per omicidio, il commercialista Soracco e l'anziana madre per favoreggiamento.

Il pensiero per la mamma di Nada

Alla criminologa si deve la riapertura del cold case sull'omicidio di Nada Cella. La criminologa pugliese aveva scoperto che un bottone uguale a quelli insanguinati trovati sulla scena del crimine, era stato trovato nell'abitazione di Annalucia Cecere, oggi rinviata a giudizio per omicidio. "Io non mi sarei fermata ma temevo per la mamma di Nada".

La criminologa al lavoro

Pesce, ancora nelle scorse settimane, era a Chiavari per raccogliere altri elementi e testimonianze. Sono passati 28 anni ma è certo che la criminologa non si fermerà. Tanti gli elementi rimasti sospesi secondo Delfino Pesce, come la conoscenza tra gli indagati da loro sempre negata. Eppure, per la criminologa, questa conoscenza emerge sia dagli atti del '96, sia in quelli dell'indagine riaperta nel 2021. Si tratta di una grossa somma di denaro accreditata sul conto dell'indagata poco dopo l'omicidio di cui Cecere non ha mai dato spiegazione. E poi ci sarebbero delle testimonianze che collocano l'indagata in via Marsala alle 9 di quel 6 maggio.