Era finito in manette lo scorso febbraio con l’accusa di frode fiscale internazionale il "re dei surgelati" di Palermo, Salvatore Vetrano, ritenuto tra l'altro vicino a Cosa Nostra. Ora, la Procura di Genova ha chiuso le indagini mandando a processo lui e altre cinque persone tra cui il suocero Pietro Bruno, legato a Totò Riina.
Gli indagati
Hanno ricevuto l'avviso di conclusione indagini anche la moglie di Vetrano, Anna Bruno (difesa dalle avvocate Laura Razetto e Laura Liguori), l'imprenditore ittico genovese Mauro Castellani (difensori Eleonora Rapallini e Francesco Iacobelli), Giuseppe Licata (legali Massimo Boggio e Loredana Greco) e Sebastiana Germana (Luigi Latino e Paolo Scarcià).
Frode fiscale, evasione e riciclaggio
Le accuse, a vario titolo sono associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento Iva aggravati dalla trans nazionalità. Vetrano (difeso dagli avvocati Razetto e Alessandro Vaccaro) era stato estradato dalla Spagna ed è l'unico a cui i pm hanno contestano l'aggravante mafiosa.
Le frodi Iva
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dai procuratori Federico Manotti e Giancarlo Vona l'associazione, attraverso società con sede in Spagna, Portogallo e Italia che avevano come amministratore di fatto e socio occulto Vetrano, avrebbe messo in atto una serie di frodi Iva accumulando oltre 3 milioni di euro in contanti.